giovedì 31 gennaio 2008

Ai confini della realtà



Da il Giornale.it del 29 gennaio 2008

Ruini: «La mia segretaria mi chiama Eminence come la Littizzetto»

[...] «Non l’ho mai conosciuta personalmente - ha aggiunto il Vicario del Papa - mi hanno detto che è simpatica e brava, e anche la mia segretaria adesso mi chiama sempre "Eminence", con lo stesso tono della Littizzetto, la imita benissimo». La segretaria a cui il porporato si riferisce si chiama Pierina, e accudisce l’appartamento di Ruini svolgendo anche compiti di segreteria fin da quando il prelato abitava a Reggio Emilia. È una laica consacrata e un’ottima cuoca. Chi la conosce la descrive come una donna dolce ma anche diretta e ironica. È lei a guardare più spesso la televisione e dunque a seguire le parodie della Littizzetto. È lei che ne riferisce al cardinale, il quale si limita solitamente al telegiornale. Quello che Ruini sa di ciò che si dice di lui a Che tempo che fa è dunque "filtrato" dalla fedele segretaria-perpetua. Una donna di spirito ma anche di profonda spiritualità, devota di suor Faustina Kowalska, la santa della Divina Misericordia canonizzata da Giovanni Paolo II. [...] La battuta di Ruini, e il riferimento alla segretaria Pierina che ha preso a imitare la popolare comica chiamandolo "Eminence", anche se fatta dal cardinale conversando a microfoni spenti, sta a indicare invece come queste espressioni satiriche non siano state certo prese sul serio dal diretto interessato, "condannato" a sentirsi chiamare in quel modo dalla collaboratrice. Ruini ha detto che un incontro con la Littizzetto non c’è ancora stato. Ai giornalisti che chiedevano di pensarci, il cardinale ha risposto con un sorriso. (Andrea Tornielli)

Ora, conclusa la lettura dell' articolo, devo dire che delle due l'una: o il giornalista non ha riportato esattamente le parole di Ruini/Burns, oppure Ruini/Burns dice le bugie (cosa francamente sorprendente, specie ricordando quanto enunciato dall'ottavo comandamento). Infatti, come càppero fa Ruini a sapere che la sua segretaria imita benissimo la Littizzetto, se non ha mai seguito le performances della stessa a Che tempo che fa??? E poi: è mai possibile che - se davvero guarda regolarmente il telegiornale - non si sia accorto di quanto siano fuori luogo manifestazioni quali quella dell'Angelus di domenica scorsa, visto lo spazio strabordante di cui gode, nel panorama dei media, la "sua" Chiesa? Infine: come interpretare il sorriso conclusivo? Richiesta di pacificazione? No comment? Lieve sogghigno tipo "Sì- col-cavolo-aspetta-e-spera" ???
In ogni caso, resto con l'impressione di avere a che fare con qualcosa al limite tra la soap e il fantasy più spinto. E in nome della par condicio mi aspetto, domani, di apprendere che il figlio minore del Cavaliere chiama affettuosamente "nano" il suo papà, mentre Flavia Prodi, appena sfornate le tagliatelle domenicali, suole rivolgersi a Romano con uno spiritoso: "Mo' lavati ben le mani, Mortadella, che è pronto!".

(autore: Roby)

Vedrete, stavolta ci siamo...


(autore: sissi)

BLOPS - comunicazione di servizio 2

Si informano i lettori, ed in particolare i "Roby-fans", che il post "Ai confini della realtà" - con i relativi commenti - ricomparirà quando completato.
Per un disguido tecnico indipendente dalla volontà del webmaster - che a dirla tutta manco s'era accorto di niente! - tale post era stato infatti pubblicato dall'autrice nonostante fosse ancora incompiuto.

Tanto vi dovevo, a scanso di eventuali supposizioni su attività censorie, che non mi sono assolutamente proprie e che mi auguro di non dover mai esercitare...

firmato: sissi

mercoledì 30 gennaio 2008

ore 17.34: INCARICO A MARINI



(autore: sissi)

DEDICATO A MAZAPEGUL



(autore: sissi)

LO SAPEVATE CHE...


...il 2004 è stato l'Anno internazionale dell'Ateismo? e che qualcuno si era dato la pena, in quell'occasione, di redigere questo singolare quanto istruttivo documento?

Petizione

Noi sottoscritti, membri del popolo Italiano, chiediamo la restituzione all'Italia del territorio del Vaticano, donato illegalmente nel 1929 dal regime fascista alla Chiesa Cattolica, in modo non democratico e senza consultazione popolare.
La donazione di questo vasto territorio, situato nel cuore della capitale, Roma, può essere considerato come un atto di alto tradimento al popolo italiano.
Il Vaticano, nel pieno del 21° secolo, è ancora diretto da un capo di Stato eletto a vita come nelle peggiori dittature, e la Costituzione dello Stato Vaticano ne sancisce l'infallibilità.
Inoltre - e in contraddizione con le regole dell'ONU - il Vaticano è diretto da un capo religioso.
I Diritti dell'Uomo, che costituiscono la base dei regolamenti dell'ONU, specificano con chiarezza che le Nazioni debbano possedere un'organizzazione politica che rispetti
la separazione fra Chiesa e Stato: questo non avviene nel caso del Vaticano.
Il Papa ha recentemente presentato le proprie scuse per i crimini commessi nella storia dal Vaticano, e questo costituisce un riconoscimento di colpevolezza.
Torturando e bruciando vivi centinaia di migliaia di Italiani, come Giordano Bruno, e di Europei all'epoca della Santa Inquisizione, confiscando i beni di Protestanti, Ebrei e Mussulmani Italiani ed Europei, favorendo lo schiavismo, appoggiando il regime fascista, non prendendo posizione contro la politica espansionista del regime hitleriano, assistendo in silenzio ai crimini nazisti, rendendosi complice di numerosi crimini politico-finanziari come lo scandalo del Banco Ambrosiano, ed accaparrandosi una cospicua parte di beni immobiliari, in specie nella capitale italiana (mentre molti cittadini non riescano a trovarvi alloggio),
la Chiesa Cattolica Apostolica Romana non solo occupa illegalmente, con il Vaticano, un territorio che appartiene di diritto allo Stato Italiano ma, per di più,
si è resa colpevole di crimini contro l'Umanità e contro il popolo italiano in particolare.
Ecco perché noi, popolo Italiano, reclamiamo che il territorio del Vaticano venga restituito alla nostra madre patria Italia, la cui Costituzione garantisce l'indivisibilità del territorio
e la perseguibilità per alto tradimento di coloro che tentano di dividerla.

Per ora, non ho ancora scoperto quanto seguito effettivo questa iniziativa abbia trovato; se avrò novità, vi terrò informati...

Resta comunque da chiedersi: non sarà che finora abbiamo sbagliato tutto, e invece è il caso di sferrare il contrattacco? Chissà che la strategia di provare a chiedere 100.000 per ottenere 10, non sia quella giusta? Magari, se cominciamo a farci sentire e la spariamo grossa, per un po', quantomeno, ci lasciano in pace...
Too Funny
(autore: sissi)

martedì 29 gennaio 2008

DEDICATO A ROBY & FEDE

E ADESSO GIUDICATE VOI CHI SI MERITA DI PIU'
IL TITOLO DI GEMELLO DI Mr. BURNS...
(autore: sissi)

Black out


Sono rimasta interdetta davanti ad una notizia (almeno per me, così poco informata) dolorosamente fresca.
Ho visto in TV (TG1 di ieri sera), ho sentito alla radio (Radio24, stamattina) ed ho letto in rete (pochi minuti fa) che il comune di Catania è finanziariamente in ginocchio.
Le ultime stime parlano di circa un miliardo di euro di debiti per l'amministrazione del sindaco Umberto Scapagnini (ricordate? il medico di Berlusconi, quello che definì il suo assistito "praticamente immortale"). In varie strade e piazze l'ENEL, visto che il comune non paga le bollette da mesi, ha tagliato la luce, creando spiacevoli -benché suggestivi- black out. Il locale servizio di accalappiacani (sic!) minaccia di sguinzagliare cani randagi per tutta la città, se non verranno quanto prima effettuati i pagamenti a suo favore. Alcuni impiegati comunali -pare- sono stati sfrattati dai loro uffici perché l'amministrazione risultava morosa nel versamento dell'affitto; altri, poi, aspettano lo stipendio da giorni e non sanno se e quando lo avranno...
Interpellato, Scapagno (alias il Dottor Morte, come affettuosamente lo chiamano i suoi oppositori) avrebbe dichiarato che "la situazione non è catastrofica".
Ed allora, così come faceva l'arguta Simona Marchini di qualche anno fa, io mi chiedo dubbiosa: "Ma che cos'avrà voluto dire ???".

(autore: Roby)

ANGELI


...a proposito della intervista-comizio del Cardinale Camillo Ruini, organizzata da Ferrara nella sua trasmissione Otto e mezzo, andata in onda ieri sera su LA 7.

(autore: sissi)

lunedì 28 gennaio 2008

La fine del prodismo



Scelto da un prodiano della prima ora, quello qui sopra è un titolo che nasconde una qualche - spero passeggera - tristezza.
La fine del governo Prodi significa la fine del progetto prodiano: è bene che noi ci si pensi ben bene, perché da oggi alcune delle cose che abbiamo dato per scontate negli ultimi dodici anni non sono più d'attualità e faremo bene a guardare ciò che si profila all'orizzonte, se vogliamo essere in grado di fare scelte sensate e consapevoli nel futuro.
Il progetto di Prodi è consistito nell'innestare sulla realtà italiana - tenendo conto del contesto europeo - alcuni moduli politici americani: la coalizione dei diversi (ciò che negli USA è il Partito Democratico), l'apertura ai sostenitori non organici (le primarie), l'attenzione alle grandi variabili di sistema: debito, crescita, istruzione, ricerca, distribuzione della ricchezza. Su alcuni di questi temi Prodi non è riuscito ad andare al di là dell'enunciazione; su altri ha realizzato poco; su altri ancora lascia un'eredità importante, ma che non è mai riuscito a gestire in prima persona. Alla fine dei conti, Prodi rimarrà come l'uomo del risanamento della finanza pubblica.
La classe politica di centrosinistra non ha mai abbracciato appieno il progetto di Prodi, e nemmeno lo han fatto gran parte dei sostenitori di Prodi: quelli di Piazza San Giovanni, quelli in fila per le primarie.
Il prodismo, come l'azionismo d'antan, è rimasto un progetto d'élite.
A differenza dell'azionismo, il prodismo è riuscito comunque ad arrivare due volte ai vertici governativi e, spegnendosi, lascia un partito di massa. Ha portato l'Italia in Europa e lascia i conti pubblici in uno stato decente (così come fece la prima volta).

Adesso sta a Veltroni trovare un progetto alternativo. Per farlo, avrà bisogno di tempo. Veltroni è, nella forma, più "americano" di Prodi, lo è molto meno nella sostanza. Può darsi che questo sia un pregio: forse Veltroni riuscirà a elaborare una linea politica più vicina al paese così com'è, non così come dovrebbe essere (il grande limite di Prodi).

Agli amici che auspicano un modello terzo, il suicidio della classe politica, l'arrivo di un ceto giovane e non compromesso (e a me vengono in mente i Miccichè), dico che quello che auspicano è un sogno, se non si realizzerà; un incubo, se dovesse realizzarsi.

(autore: Nicola)

LODEVOLE, LODEVOLISSIMA, IMPERDIBILE INIZIATIVA


Non vorrei che, come purtroppo può umanamente accadere per l'incessante rinnovarsi delle fonti di frustrazione, già ci fossimo scordati dell'indignazione suscitata nelle nostre anime e coscienze e viscere dal Grand. Giorn. Figl. D. Mign. Affabul. Spregiud. At. Dev. Giuliano Ferrara.

E allora ci casca a fagiolo questa raccolta di firme a sostegno della campagna promossa da LEFT-Avvenimenti, dal significativo titolo: UN ANNO SENZA FERRARA È POSSIBILE, che vi segnalo volentieri e che vi raccomando caldamente di appoggiare.

Una campagna di legittima e sacrosanta "autodifesa dall'offensiva integralista, misogina, antiabortista, militarista dell'insostenibile ateo devoto", come precisa, opportunamente quanto inappuntabilmente, il sito in questione.

Mi raccomando, ragazzi: non mi deludete... cliccate, scrivete, copia-incollate, inviate!!!

(autore: sissi)

domenica 27 gennaio 2008

C'ERANO ANCHE LORO

L'Olocausto degli ebrei europei fu l'aspetto più tragicamente macroscopico del pensiero razzista portato alle sue estreme conseguenze. E' evidente che il numero delle vittime tra di loro (calcolato in oltre 6 milioni) e la scientificità con la quale i tedeschi perseguirono lo sterminio totale è quello che impressiona di più, tanto che ha meritato l'adozione di una denominazione specifica come, appunto, "Olocausto", oggi sostituita spesso, e con maggiore esattezza, con "Shoah".

Ma non va dimenticato che l'intolleranza per "il diverso da sé", che è l'elemento fondante di ogni razzismo, seppure venne applicata in primo luogo verso gli ebrei, non fu riservata soltanto a loro. Perché, parallelamente all'Olocausto, furono compiute centinaia di migliaia di altri assassinî, frutto di quello stesso razzismo che generò la "Soluzione Finale".

Altri gruppi di individui, altre etnie vennero individuate dal Terzo Reich come inferiori, e contro di esse furono perpetrati crimini altrettanto abominevoli di quelli subiti dagli ebrei.

I nazisti considerarono inferiori, nel loro complesso, tutti i popoli slavi: questo si tradusse nel tentativo di annientamento dei polacchi (sia ebrei che cristiani) e nell'assassinio - in disprezzo di ogni regola di guerra - di oltre 2.000.000 di prigionieri di guerra russi.

La stessa intolleranza razzista fu esercitata verso i deboli: i malati di mente, gli incurabili, i disabili. Per loro venne ideato il "Progetto T4", meglio noto come "Progetto Eutanasia", che condusse alla morte (spesso in seguito alla sperimentazione di cure mediche scellerate, non di rado assimilabili a vere e proprie torture) circa 70.000 cittadini tedeschi.

L'idea secondo la quale esistevano "vite indegne di essere vissute" portò alla persecuzione, ovunque i nazisti arrivarono e tali popolazioni fossero presenti, anche dei Sinti e dei Rom, cioè degli zingari, che a migliaia - soprattutto donne - furono sottoposti a torture particolarmente odiose, oltre che a sterilizzazione forzata, e che vennero uccisi (fucilati o mandati alle camere a gas dei campi di sterminio) in un numero non inferiore al mezzo milione. Come a centinaia di migliaia furono internati e soppressi i dissidenti politici, gli atei dichiarati (come i massoni), gli appartenenti a religioni minoritarie (come i Testimoni di Geova, che erano anche obiettori di coscienza).

Non sarà mai possibile stabilire con certezza la cifra esatta di questi omicidî, poiché in tutti i lager furono numerosissimi i casi in cui i documenti relativi alle cause di internamento non vennero compilati, e tantissimi furono quelli, pur esistenti, che scomparvero dopo la guerra.

E il razzismo nazionalsocialista si accanì, infine, contro gli omosessuali, verso i quali il secolare pregiudizio era ben radicato nella società tedesca. Migliaia di gay vennero sottoposti alla sterilizzazione forzata in seguito alle apposite leggi promulgate nella Germania nazista. E, per molti di loro, non fu neanche necessario che l'accusa di omosessualità fosse fondata: chi ne veniva colpito venne comunque arrestato, imprigionato o castrato.
La stima, in particolare, del numero di persone omosessuali uccise nei campi di concentramento durante l'Olocausto varia in maniera impressionante, e si colloca tra le 10.000 e le 600.000 unità; la ragione di questa indeterminatezza sta nella difficoltà di accertare il criterio adottato nel conteggio delle vittime, che in molti casi non furono condannate esclusivamente perché omosessuali, bensì spesso in quanto appartenenti anche ad altri gruppi di perseguitati (ebrei, rom, oppositori politici).

fonti e segnalazioni per approfondimenti:
(autore: sissi)

BUONISMO

Spulciando la Rete in cerca di notizie e articoli che non riguardassero solo la crisi di governo e le nebbie del futuro prossimo, sono inciampata in un titolo che mi ha incuriosito: «Anche i "buonisti" nel loro piccolo...».
Attirata dalle premesse contenute in quella frase lasciata a mezz'aria, e soprattutto dal seguito che quei puntini implicavano, sono andata a "leggermi tutto", ed ecco l'articolo (non firmato) in questione. Buona lettura, in questa domenica della Memoria.

"Buonismo". Secondo lo Zingarelli indica un "atteggiamento bonario e tollerante che ripudia i toni aspri del linguaggio politico". Ma, sarà per il rapido successo che ha avuto - è nel vocabolario solo dal 1995 - "buonismo" ha progressivamente assunto un significato diverso, sempre meno "buonista". Nel linguaggio del centrodestra è diventato sinonimo di "pappamolle".
L'accusa di "
buonismo", infatti, è temuta. Lo dimostra l'uso preventivo che di questo termine viene fatto nel centrosinistra. Interessante, in proposito, una dichiarazione (Agenzia Dire, 3 gennaio) dall'assessore alle Pari opportunità di Reggio Emilia che, nell'annunciare il passaggio dal forfait al contatore nel computo della spesa elettrica dei campi nomadi, ha tenuto a chiarire di aver agito "in base a una logica di inclusione" e non "in base a una logica buonista".
Il "
buonismo" senza specificazioni è una rarità. Le primarie del partito democratico hanno spinto in vetta alle classifiche il "buonismo veltroniano" (che, non è difficile prevederlo, nella prossima campagna elettorale sarà uno dei tormentoni del centrodestra in tema di sicurezza pubblica). Ma il luogo privilegiato delle accuse di "buonismo" è il tema dei diritti degli immigrati.
Incrociando "
buonismo" con "Bertolini" nelle agenzie di stampa dell'ultimo mese, si ottengono ben quindici documenti e, se si ripete la stessa ricerca su Google, si raggiunge la ragguardevole cifra di 1540 pagine. Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, utilizza il "buonismo" come il prezzemolo. Nelle ultime tre settimane ha ammonito il ministro della salute Livia Turco ad abbandonare il "solito buonismo irresponsabile", ha denunciato il "buonismo della sinistra radicale" e il "buonismo accattone" del governo che contestava il provvedimento del sindaco di Milano Mary Poppins Moratti per l'epurazione dei figli degli immigrati irregolari dagli asili. Nell'ultimo caso, la Bertolini ha trascurato il fatto che il "buonismo" promana dalla Costituzione della Repubblica e dalla Convenzione sui diritti del fanciullo.
"
Ogni tempo ha il suo fascismo", diceva Primo Levi, avvertendo che i nuovi fascismi si diffondono "in modi sottili". "Basta col buonismo" è il nuovo manganello col quale si menano i richiami alle norme costituzionali e anche all'umana pietà. E', in fondo, la sostituzione del "me ne frego" (dichiarazione che almeno richiamava la propria responsabilità personale) col "perché non te ne freghi, babbeo?" E' il nuovo olio di ricino dello squadrismo mediatico shakerato con un po' di analfabetismo civile.
E' il momento - prima che l'accusa di "
buonismo" si estenda a chi conduce gli interrogatori senza applicare gli elettrodi ai testicoli del teste - di ricondurre l'aggettivo all'originario ambito definito dallo Zingarelli e rispondere per le rime a chi associa il "buonismo" alla semplice rivendicazione dei diritti fondamentali.
Magari ricordando come è stata ottenuta l'affermazione di quei diritti. E spiegando che, se sono "
buonisti" i risultati, devono essere considerati tali anche gli autori: i famosi "buonisti della Resistenza". O magari tornare anche più indietro, ai "buonisti" della Rivoluzione francese. O ricordare certi atti feroci compiuti per cacciare via dall'Italia chi negava quei diritti. Per esempio, a Roma, nel 1944, da Rosario Bentivegna e Carla Capponi, i noti "buonisti" di via Rasella.
In definitiva - per usare un linguaggio che certamente ai "
non buonisti" risulterà più chiaro del "culturame" costituzionalista - cominciare sempre a ricordare, ogni volta che se ne ha occasione, che anche i "buonisti", a volte, nel loro piccolo, si incazzano.

(autore: sissi)

NOTIZIE ECONOMICHE



(autore: sissi)

sabato 26 gennaio 2008

...e questa è storia


(autore: sissi)

Questa è cronaca...

(autore: sissi)

Per la serie: «hanno la faccia come il culo»


Non si fa in tempo a caldeggiare un'iniziativa, che te la rendono inutile...

Solo 3 giorni fa, con la sua Lettera a Prodi, Antonio Di Pietro invitava il capo del Governo e i due ministri competenti - Amato e Lanzillotta - a sospendere Cuffaro in virtù dei poteri loro conferiti dalle norme vigenti.

D'altro canto, già subito dopo che il Presidente della Regione aveva dichiarato di voler rimanere al suo posto, su tutto il territorio siciliano erano sorte iniziative per indurlo a dimettersi.

Ma Di Pietro non ha avuto la soddisfazione di veder recepita la sua raccomandazione, e tantomeno i promotori della protesta hanno avuto il tempo di terminare la raccolta delle adesioni e di presentare i registri con le firme.

Oggi, infatti, il cannolìfago, nonché conclamato favoreggiatore di SINGOLI mafiosi, messo alle strette, ha pensato bene di presentarsi all'Assemblea regionale siciliana alla quale ha comunicato di volersi ritirare, motivando il nobile gesto con queste sofferte e ammirevoli parole: «[...] preferisco la via dell'umiltà. Lo faccio per coerenza, per non tradire quegli ideali ai quali sono stato educato, lo faccio per la mia famiglia e lo faccio come ultimo atto di rispetto verso i siciliani, che in questi anni ho servito con dedizione, semplicità e con quella onestà che sono certo mi verrà completamente riconosciuta».

Appunto, come si dice: "per la serie"... etc. etc.

E ora, un po' di (dolce-amaro) relax, con... TOTO'-CANNOLO e l'indimenticato, grande Faber...



(autore: sissi)

sono confuso

Scusate ma sono un po' confuso mi è stato detto «smettila di criticare il governo sai deve tenere conto del consenso dei moderati» ho mandato giù tutte le volte ed ho fatto buon viso stringendo i denti e sentendomi non poco in colpa e soprattutto soffrendo per non far parte del mondo corteggiato dei moderati; oggi penso, e da qui nasce la mia confusione, che abbiamo (e non con moderazione) dato risorse - distolte alla scuola ed ai servizi - alle imprese; poi che abbiamo accontentato in tutti i modi i cattolici finanche rinunciando ad una civile e pacata norma che regoli le coppie di fatto accettando per definizione che sono «tutti culi e lesbiche» tanto che un amico mio si vergogna di dire che convive con la sua compagna e sulla porta di casa ha scritto giusto per evitare equivoci "NON SIAMO UNA COPPIA"; ho mandato giù a malincuore che la scritta "SIAMO DEMOCRATICI" coprisse quella infamante "SIAMO COMUNISTI" e dopo tutti questi sacrifici che cosa è successo? cazzo il governo Prodi è caduto rovinosamente; sapete allora che cosa dico io? se mai doveste incontrare un moderato, ditegli di smettere: nuoce gravemente alla sua salute e danneggia anche gli altri.

(autore: forrest gump)

venerdì 25 gennaio 2008

Il punto





Analizzando il contesto della sconfitta prodiana e della incerta - e pericolosa - stagione che con essa si inaugura, Ezio Mauro, nel suo editoriale odierno su la Repubblica, scrive alcune cose che mi piace riportare qui: non certo perché si tratti di concetti nuovi ma perché quei concetti, come si diceva a scuola, sono molto "ben detti"...


[...] Ciò che è finito davvero [...] è l'idea di un'ampia coalizione che raggruppi insieme tutto ciò che è alternativo alla destra, comunque assemblato, e dovunque porti la risultante. Prodi è morto politicamente proprio di questo. È morto a destra, per la vendetta di Mastella e gli interessi di Dini, ma per due anni ha sofferto a sinistra, per gli scarti di Diliberto, Giordano e Pecoraro, soprattutto sulla politica estera. Mentre faceva firmare ai leader alleati un programma faraonico e velleitario di 281 pagine e un impegno di lealtà perfettamente inutile per l'intera legislatura, Prodi coltivava in realtà un'ambizione culturale, prima ancora che politica: quella di tenere insieme le due sinistre italiane (la riformista e la radicale), obbligandole a coniugare giustizia e solidarietà insieme con modernità e innovazione, in un patto con i moderati antiberlusconiani.
Quell'ambizione è saltata, o meglio si è tradotta talvolta in politica durante questi due anni, mai in una cultura di governo riconosciuta e riconoscibile.
I risultati positivi di un governo che ha rovesciato il proverbio, razzolando bene mentre continuava a predicare male, non sono riusciti a fare massa, a orientare un'opinione pubblica ostile per paura delle tasse, spaventata dalle risse interne alla maggioranza, disorientata dalla mancanza di un disegno comune capace di indicare una prospettiva, un paesaggio collettivo, una ragione pubblica per ritrovare il senso di comunità, muoversi insieme, condividere un percorso politico. Anche le cose migliori che il governo ha fatto, sono state spezzettate, spolpate e azzannate dal famelico gioco d'interdizione dei partiti, incapaci di far coalizione, di sentirsi maggioranza, di indicare un'Italia diversa dopo i cinque anni berlusconiani: ai cittadini, le politiche di centrosinistra sono arrivate ogni volta svalutate, incerte, contraddittorie e soprattutto depotenziate, come se la rissa interna - che è il risultato di una mancanza di cultura comune - avesse succhiato ogni linfa. Ancor più, avesse succhiato via il senso, il significato delle cose.

Fuori dal recinto tortuoso del governo, la destra non ha fatto molto per riconquistarsi il diritto di governare. Le sue contraddizioni sono tutte aperte, e la crisi della sinistra regala a Berlusconi una leadership interna che i suoi alleati ancora ieri contestavano. Ma la destra, questo è il paradosso al ribasso del 2008, è in qualche modo sintonica e addirittura interprete del sentimento italiano dominante, che è insieme di protesta e di esclusione, forse di secessione individuale dallo Stato, probabilmente di delusione repubblicana, certamente di solitudine civica. Nella grande disconnessione da ogni discorso pubblico, che è la cifra nazionale di questa fase, il nuovo populismo berlusconiano può trovare terreno propizio, perché salta tutte le mediazioni, dà agli individui l'impressione di essere cercati dalla politica e non per una rappresentanza, ma per una sintonia separata con la leadership, una vibrazione, un'adesione, ad uno ad uno.
Intorno si è mossa e si muove la gerarchia cattolica, che ormai lascia un'impronta visibile non nel discorso pubblico dov'è la benvenuta, ma sul terreno politico, istituzionale e addirittura parlamentare, dove in una democrazia occidentale dovrebbe valere solo la legge dello Stato e la regola di maggioranza, che è la forma di decisione della democrazia. Un'impronta che sempre più, purtroppo, è quella di un Dio italiano fino ad oggi sconosciuto, che non si preoccupa di parlare all'intero Paese ma conta le sue pecore ad ogni occasione interpretando il confronto come prova di forza - dunque come atto politico - , le rinchiude nel recinto della precettistica e se deve marchiarle, lo fa sul fianco destro.
[...]
Oggi che Mastella ha firmato un contratto con il Cavaliere e Dini ha onorato la cambiale natalizia, risulta evidente che Prodi salta perché è saltato quell'equilibrio che univa i moderati alle due sinistre, e come tale poteva rappresentare la maggioranza dell'Italia contemporanea.
Tuttavia, senza il trasformismo (non nuovo: sia Dini che Mastella sono ritornati infine a casa) Prodi non sarebbe caduto. Barcollando, il governo avrebbe ancora potuto andare avanti, e questa è la ragione che ha spinto il
premier ad andare al Senato, per mettere in piena luce sia la doppia defezione da destra e verso destra, sia l'assurdità di una legge elettorale che dà allo stesso governo la vittoria alla Camera e la sconfitta al Senato.
Da qui partirà il presidente Napolitano con le consultazioni, nella sua ricerca di consolidare un equilibrio politico e istituzionale che ritrovi un baricentro al sistema e al Paese. Il Capo dello Stato dovrà dunque tentare, col suo buonsenso repubblicano, di correggere questa legge elettorale prima di riportare il Paese al voto. La strada è quella di un governo istituzionale guidato dal presidente del Senato Marini, formato da poche personalità scelte fuori dai partiti, sostenuto dalle forze di buona volontà per giungere al risultato che serve al Paese.
Riformare la legge elettorale, e se fosse possibile, riformare anche Camera e Senato, cambiando i regolamenti, riducendo il numero dei parlamentari, correggendo il bicameralismo perfetto. Un governo non a termine, ma di scopo.
[...].


Cos'altro aggiungere? Resistendo alla tentazione di concepire sterili piagnistei ed ovvietà rimasticate, mi astengo dal confidarvi che "non ho più parole" (e sì, che ce ne vuole!!!).


(autore: sissi)

DISTORSIONI



Distorsioni subliminali disturbano l’equilibrio intellettuale di menti aspiranti libertà.

Allarme

Dalle postazioni d’avanguardia masse nebbiose si intravedono avanzare

Allarme

Le retrovie scarseggiano della necessaria attenzione

Allarme

Ci hanno disarmati senza che ce ne accorgessimo

Allarme

«è necessario porre basi solide, trampolini per carpiati senza pista d’atterraggio»

A.A.A. CORRENTI ASCENSIONALI CERCANSI PER SUICIDI PENTITI…

Non sono ancora stato ammazzato. credo…

Non siamo ancora stati ammazzati. crediamo...


(autore: TOM)

Prospettive



(autore: sissi)

Note a margine

(autore: sissi)

giovedì 24 gennaio 2008

AAAAARGHHHH !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



Primo dopocena: dalla TV apprendiamo che il governo è caduto. "Preeeegio!!!!" esclama mia figlia (l'equivalente dell'ormai obsoleto ganzo) "Allora si va alle elezioni?". Suo padre le lancia uno sguardo fra lo scettico e il disilluso. "Non è detto" sospira infine, stancamente. Lei, rifugiandosi in camera tra computer ed mp3, proclama soddisfatta: "Vabbe'... comunque, IO STAVOLTA VOTO BERLUSCONI!!!"
Ossignordellapietà. DOVE abbiamo sbagliato????

(autore: Roby)

parlez-vous français?


(autore: sissi)

ore 10.30 AM - Prodi da Napolitano: colloquio di oltre mezz'ora


(autore: sissi)

...però un'idea se la sono fatta lo stesso!


I politologi di casa nostra, si sa, sono maestri nel costruire raffinate e minuziose esercitazioni esegetiche (che, tra l'altro, consentono loro di arrivare egregiamente alla fine del mese); e probabilmente una gran parte di queste interpretazioni, risultando sconcertanti o troppo astruse per i lettori della stampa estera, sono destinate a non essere apprezzate e tantomeno condivise dai giornalisti stranieri; cosicché questi, giustamente, evitano di imitare i colleghi italiani e cercano, almeno loro, di badare al sodo, nonostante - va detto! - che la complessità e la nebulosità oggettive delle vicende politiche di questo Paese non rendano agevole il compito.

Un esempio di questo approccio, concreto e lineare, mi sembra rappresentato da un recente articolo del Finacial Times, la cui sintesi, tratta dal sito Aprileonline.info, riporto qui di seguito.

Il Financial Times boccia le elezioni anticipate - La crisi vista dall'estero

Per l'autorevole quotidiano economico britannico il paese ha urgente bisogno di riforme che forzino i partiti ad unirsi. Riconosce i meriti di Prodi e affonda sull'opposizione che non rappresenta "la chance positiva per il paese".
"L'ultima cosa di cui ha bisogno l'Italia sono elezioni senza una nuova legge elettorale", scrive [...] il Financial Times in un editoriale. A parte "la prospettiva di essere privi di un governo pienamente funzionante in un periodo di agitazione economica internazionale - si legge nell'editoriale - il paese è alle prese con un ingombrante sistema elettorale senza arte né parte che probabilmente produrrà un altro caleidoscopio di partiti politici litigiosi". Perciò il paese "ha urgente bisogno di riforme che forzino" i partiti a costituirsi "in gruppi più vasti che possano produrre un governo e un'opposizione più coerenti". Il Financial Times riconosce tra i meriti di Prodi la riduzione dell'evasione fiscale e del debito pubblico, portato a circa il 2% dal 4,4% rispetto al Pil "lasciato dal precedente governo di centrodestra".
Il quotidiano britannico non vede poi nell'attuale opposizione una chance positiva per il paese. Nonostante Berlusconi "abbia portato un benvenuto grado di stabilità alla politica italiana portando a termine il proprio mandato di legislatura - scrive FT - questo è stato tutto ciò che ha ottenuto". Il suo governo "ha fallito nel compiere una qualsiasi significativa riforma economica e ha lasciato malamente deteriorare la finanza pubblica". L'agenda del leader di Forza Italia ed ex premier, affonda il FT, "era dominata dagli interessi personali, ha chiassosamente sfruttato il suo controllo su un impero mediatico e il suo comportamento irresponsabile gli ha alienato la maggioranza dei suoi partner dell'Unione europea". E sempre rivolto contro Berlusconi, il Financial times scrive che "forse la sua più grande offesa contro l'interesse nazionale fu rabberciare la legge elettorale italiana giusto poco prima di lasciare l'incarico, consentendo una maggiore frammentazione dei partiti politici, anziché ridurla". Se Prodi non dovesse ottenere la fiducia, quindi - conclude l'articolo - il Presidente della Repubblica "dovrebbe nominare un governo provvisorio per cambiare la legge elettorale attuale, che non è utile a nessuno".

(autore: sissi)

mercoledì 23 gennaio 2008

Aspettando Godot

Un giochino da fare mentre scorrono le notizie dei TG, e si trepida sulle sorti del Governo... Tre domandine tre, facili facili:

A. Conoscete il numero esatto dei partiti o aggregazioni di partiti che hanno costituito la coalizione di centro-sinistra che ha espresso l'attuale Governo?

Alla Camera: 7 – 9 - 10 – 13 – 2 - altro
Al Senato: 12 - 6 - 15 - 67 - 3 - altro

(per ogni risposta esatta, si ottengono 3 punti);


B. Di quanti di essi sapreste dire i nomi, anche non in ordine alfabetico?

4 – 8 – 45 – 0 – 13 - altro

(per ogni formazione correttamente citata, si guadagnano 3 punti;
2 punti per la citazione di un nome non esatto, ma che individua
con sufficiente approssimazione un partito realmente presente nella coalizione;
1 punto se tra gli altri si nominano partiti del centro-destra
dalle caratteristiche ambigue od ondivaghe;
0 punti se dite "Forza Italia", perché significa che siete di coccio);


C. In particolare, sapete come si chiama la formazione che fa capo a Lamberto Dini, e di quanti parlamentari dispone?
(3 punti per la risposta esatta, altri 3 punti se azzeccate il numero dei parlamentari;
se poi, di questi, potete citare anche i nomi, vi beccate addirittura un bonus di 100 punti)


Soluzioni e premî su un prossimo post (datemi il tempo di verificare... io le risposte non le so!!!)

(autore: sissi)

BLOPS - comunicazione di servizio 1

Chi avesse già avuto modo di dare un'occhiata al post dell'altroieri intitolato "sarà politico, postare una canzone?!?", ci torni, se ne ha il tempo: ho sostituito il video di You Tube con quello de LA7. Il perché, guardandolo, vi sarà chiaro.

Guardatelo giusto per la durata della canzone, ché poi c'è un'intervista a Franco Battiato in cui, a parer mio, il musicista dimostra soprattutto che le sue creazioni sono più interessanti delle sue opinioni...

Ma tant'è: la cosa notevole è che la redazione di Piroso ha messo insieme un filmato da brividi, talmente bello ed emozionante che, non ve lo nascondo, a me ha fatto spuntare le lacrime, sia quando ho assistito alla trasmissione sia quando ho rivisto il video sul sito di quel canale.

Buon riascolto e soprattutto, come direbbe Ghezzi: «buona visione».

(autore: sissi)

Non ci si raccapezzano...



Ho fatto un giro sui siti della stampa estera per "vedere come ci vedono", e ho raccolto per voi alcuni degli articoli che tentano di spiegare le nostre traversie a chi non ci conosce se non per sole-pizza-mafia-e-mandolini.

Cliccate sui nomi delle testate e lo sconcerto internazionale sarà servito! [*]

_____

[*] mi spiace, ma il tedesco non lo conosco...
[**] qui, per avere accesso alle notizie, bisogna fornirgli un sacco di dati personali: inventateveli!


(autore: sissi)

martedì 22 gennaio 2008

I HAVE A DREAM


sarà mica il caso di far notare DOVE ho posizionato il bottiglino da "servire"?

(autore: sissi)

...e intanto a Strasburgo...

Storica sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo

DISCRIMINATORIO NEGARE L'ADOZIONE AI GAY

Condannate le autorità francesi che avevano vietato
l'adozione di un bambino a una donna lesbica

Vietare l'adozione di un bambino ad una persona omosessuale è discriminatorio.

Lo ha stabilito la Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo che ha condannato le autorità francesi al pagamento di una multa di 10mila euro per danni morali nei confronti di una maestra di 45 anni ed ha intimato che simili discriminazioni non si ripetano in futuro.

Il caso della donna francese era approdato alla massima istituzione in materia di diritti umani nel 2002 dopo il divieto della magistratura francese a concedere alla donna l'adozione di un bambino. Per i giudici di Strasburgo quel divieto dipendeva dall'orientamento sessuale della quarantacinquenne visto che in Francia esiste una legge che permette l'adozione ai single.

notizia e video tratti dal sito de LA7

(autore: sissi)

I RISULTATI DEL SONDAGGIO



Il primo sondaggio di BLOPS si è chiuso il 21/01/08 alle ore 23.59

Domanda

Che ne pensi dell'invito all'inaugurazione dell'anno accademico, rivolto dall'Università La Sapienza di Roma a Benedetto XVI?


Risposte (era consentito selezionare più risposte) - n° totale votanti: 22

1. E' un fatto molto positivo: forse il Pontefice imparerà qualcosa – n° voti: 7 (31%)
2. E' la riprova che non c'è più religione................................... – n° voti: 2 (9%)
3. E' la riprova che ormai c'è SOLO la religione (cattolica)........... – n° voti: 8 (36%)
4. Dimostra che non è vero che le università sono sovraffollate,
e bisogna inventarsele tutte per riempire l'Aula Magna................ – n° voti: 10 (45%)


Grazie a tutti coloro che hanno votato!

E adesso, proponete VOI un sondaggio (preferibilmente spiritoso...): lo pubblicherò volentieri!

(autore: sissi)

...lo sapevo, lo sapevo...

Ancora sul passaggio di proprietà dell'Unità



Voglio riportare qui per intero il Comunicato del Cdr: «Sicurezza sul futuro de l'Unità»

"Il Cdr de l'Unità prende atto delle dichiarazioni della presidente della società editrice, Marialina Marcucci, secondo la quale la trattativa per il passaggio proprietario de l'Unità alla società che fa riferimento alla Tosinvest della famiglia Angelucci sarebbe già conclusa. A fronte di ciò, però, il Cdr esprime stupore e preoccupazione per il fatto che non sia ancora stata fissata una data certa per la firma dell'atto di compravendita. Questa, infatti, già annunciata per il 20 di dicembre scorso, poi slittata ad una data entro il 13 e il 20 di gennaio, è stata ulteriormente rinviata. Come ha già fatto presente l'assemblea dei redattori, l'Unità è un giornale autorevole e apprezzato dai lettori, ma non può permettersi il lusso di "galleggiare" in attesa che il potenziale acquirente sciolga dubbi che avrebbe già dovuto risolvere in molti mesi di discussione e analisi dei bilanci. Qualora il continuo rinvio che si registra sia legato, in realtà, a diktat su piani editoriali e ipotesi di direzione del giornale che contraddicessero la collocazione de l'Unità nella realtà democratica e di sinistra del Paese - spostandolo in aree moderate e centriste - il Cdr riconferma che tale ipotesi rappresenterebbe una cesura con i lettori e testimonierebbe che i possibili nuovi editori, già proprietari del quotidiano Libero, sono portatori di progetti che contraddicono le potenzialità di sviluppo del giornale fondato da Antonio Gramsci legate alla sua storia e alla sua identità. Il Cdr chiede alla presidente Nie, Marialina Marcucci, di farsi interprete con forza di queste preoccupazioni e di farsi carico fino in fondo della realtà che rappresenta il giornale che edita. Principi ai quali dovrà riferirsi chiunque sia intenzionato a partecipare alla composizione azionaria dell´azienda. Tenendo conto che all'orizzonte si sarebbero profilate offerte di acquisto della testata alternative a quelle della Tosinvest, queste, secondo il Cdr e i fiduciari delle redazioni di Milano, Firenze e Bologna, meritano un approfondimento attento nell'interesse della testata, del suo futuro e del futuro di chi ci lavora. Il Cdr ribadisce inoltre la propria richiesta di garanzie precise come la definizione di una Carta dei valori e l´istituzione di un comitato dei Garanti avanzate da tempo dai giornalisti, dalla Fnsi, dalle confederazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil, da esponenti politici di primo piano del centrosinistra, che guardano a l'Unità come a un giornale autonomo e indipendente. Una garanzia che non è contro qualcuno, ma per salvaguardare il presente e il futuro de l´Unità, chiunque sia la proprietà, e che tuttavia non ha finora riscontrato segni di disponibilità espliciti da parte della Tosinvest. Il Cdr de l´Unità e i fiduciari delle redazioni di Milano, Firenze e Bologna "

Pubblicato il: 21.01.08 sull'Unità.

Sull'argomento e sulle mie contrarietà se l'Unità venisse acquistata da Angelucci mi sono già espressa. Soprattutto perché non credo assolutamente nel fatto che un editore di destra come Angelucci possa lasciare intatta la linea editoriale che attualmente caratterizza il quotidiano.
Se vi è possibile, diffondete la notizia.

ciao
grazia

lunedì 21 gennaio 2008

Sarà politico, postare una canzone?!?

POVERA PATRIA - Franco Battiato - EMI Records, 1991

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.

(autore: sissi)

Un appello che ci convince


Sul sito Il Cannocchiale l'11 gennaio è stato aperto un blog apposta per raccogliere le firme. Ad oggi sono 550. L'appello di cui sto parlando è quello lanciato su iniziativa della ministra Barbara Pollastrini, pubblicato inizialmente il 9 gennaio sul sito dei ds on line e ripreso il 10 gennaio dal quotidiano l'Unità.

Il titolo, come si dice, è tutto un programma...: "LAICITA', NUOVO CIVISMO E VALORE DELLA PERSONA". Il testo completo dell'appello lo trovate cliccando qui sopra, sulla parola "apposta" oppure qui: http://www.laicitaecivismo.it/post/1745176.html.
Mi limito, ora, a riportarne il brano centrale:

[...] l’estensione arbitraria, o comunque non sufficientemente argomentata, della sfera eticamente sensibile rende più confusa la discussione e la ricerca di un approdo condiviso anche dentro il centrosinistra. A questa difficoltà se ne somma una seconda legata al processo costituente del Partito Democratico. [...] Quale dev’essere, o può ragionevolmente diventare, l’equilibrio tra il pluralismo delle posizioni interne al nuovo partito e la scelta dei principi costitutivi che definiscono oggi la cultura politica delle Democratiche e dei Democratici? Su questo piano manifestiamo la nostra inquietudine. Guardiamo ad esempio con qualche timore a posizioni, certamente minoritarie nel Pd e nella società italiana, che restituiscono all’omosessualità una patente di malattia da curare, concetto abbandonato da tutte le democrazie occidentali anche in seguito alla chiara affermazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Più in generale viviamo come un limite la difficoltà del nuovo partito di elaborare sul terreno della cittadinanza, dei diritti e delle responsabilità del singolo, una chiave indispensabile della propria identità. Il che non equivale all’imposizione di un unico punto di vista su questioni complesse, ma esige appunto un chiarimento sul significato di termini decisivi per il vocabolario e l’azione del Pd, e dunque per la sua idea di progresso e modernità. Ne indichiamo alcuni. I diritti umani e civili. Il valore della persona, la sua libertà e responsabilità. L’autonomia femminile. L’indipendenza e il principio di precauzione della scienza, l’autonomia dei pazienti nella scelta delle terapie come indicato dalla Costituzione. La cittadinanza piena e il contrasto a ogni forma di discriminazione, sia essa di origine etnica, di genere, di appartenenza religiosa o culturale, di orientamento sessuale [...].

Tra i primi firmatari compaiono, tra gli altri:

Barbara Pollastrini, Salvatore Veca, Miriam Mafai,
Sergio Staino, Gianni Cuperlo, Furio Colombo, Carlo Feltrinelli,
Anna Finocchiaro, Livia Turco, Ettore Scola, Moni Ovadia,
Stefano Boeri, Guido Calvi, Luigi Manconi, Tobia Zevi,
Mercedes Bresso, Franca Chiaromonte, Stefano Fassina,
Eva Cantarella, Walter Tocci, Lidia Ravera, Stefano Passigli.

Io ho aderito. E voi, che aspettate?

(autore: sissi)

Il cattolicesimo, il bavaglio e l'informazione in Italia



Sul sito di Radio Radicale ho trovato alcuni intressanti dati, resi pubblici durante la conferenza stampa tenuta in Piazza San Pietro da Emma Bonino e Marco Pannella, il 19 gennaio scorso.

Qui di seguito trovate una parte di quanto contenuto nella documentazione fornita alla stampa nazionale ed estera in quella circostanza.

Tabella I: Classifica delle presenze nelle edizioni principali (pranzo e cena) dei TG Rai, nel periodo 19 aprile 2005 (elezione di Benedetto XVI)-14 gennaio 2008, relativamente a 4 soggetti: il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, il Governo (Ministri e sottosegretari), il Vaticano (intendendo con esso il Papa e gli altri esponenti della Chiesa cattolica).

Il Vaticano, complessivamente, ha avuto accesso per 26h 35’ sul TG1 (più del Presidente del Consiglio e del Presidente della Repubblica); 20h 28’ sul TG2 (più del Presidente del Consiglio e del Presidente della Repubblica); 19h 32’ sul TG3 (più del Presidente della Repubblica).

§§§

Tabella II: tempi dedicati dai telegiornali, nell'arco dell'intero 2007, ad interventi in voce di Benedetto XVI (in parentesi, il posto occupato dagli interventi del papa nella graduatoria complessiva degli interventi in voce).

TG1 - 2h 30’ (6°); TG2 - 2h 5’ (5°); TG3 - 1h 34’ (9°); TG4 - 2h 10’ (2°); TG5 -3h 15’ (3°); TGla7 - 42’ (4°). In quattro Tg su sei (TG2, TG4, TG5, TGla7), BenedettoXVI ha avuto più interventi in voce del Presidente della Repubblica.

§§§

Tabella III: Presenze per giorno di esponenti della Chiesa cattolica sul TG1 nell’anno 2007.

Sui 365 giorni del 2007, gli esponenti della Chiesa cattolica hanno avuto accesso (in voce o con dichiarazioni riprese) sul TG1 in 275 giorni. In particolare, 206 giorni nelle edizioni di pranzo, 227 nelle edizioni di cena, 158 giorni sia a pranzo che a cena.

§§§

Tabella IV: Dati sul pluralismo religioso all’interno dei tre TG RAI dal 2004 al 2007.

Considerato il tempo complessivo dedicato nei telegiornali RAI - nel trattare diversi argomenti - agli esponenti di tutte le principali religioni, risulta che ad esponenti della Chiesa cattolica è riservato circa il 97%. Per questo motivo, nel gennaio 2007 sette confessioni religiose non cattoliche hanno denunciato la RAI all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

NO COMMENT

(autore: sissi)

domenica 20 gennaio 2008

Flores d'Arcais colpisce ancora


il 16 gennaio scorso, il Presidente Napolitano ha inviato una lettera personale "a Sua Santità Benedetto XVI" per "esprimere il suo sincero, vivo rammarico, considerando inammissibili manifestazioni di intolleranza e preannunci offensivi che hanno determinato un clima incompatibile con le ragioni di un libero e sereno confronto."

Paolo Flores d'Arcais - con il quale sempre più mi convinco di avere una parentela strettissima ancorché non provata (ma suffragata quantomeno dal fatto che al mio papà piacevano molto le signore, specie se intelligenti) - si è fatto uscire dalla penna questa impagabile Lettera aperta al Presidente della Repubblica, di cui per brevità riporto solo alcuni brani iniziali.

[...] Il mio dissenso (ma si tratta piuttosto di stupore e di amarezza) riguarda la lettera di scuse che in qualità di Presidente, dunque di rappresentante dell'unità della nazione, hai inviato al Sommo Pontefice per l'intolleranza di cui sarebbe stato vittima. E' verissimo che di tale intolleranza, di una azione che avrebbe addirittura impedito al Papa di parlare nell'aula magna della Sapienza, anzi perfino di muoversi liberamente nella sua città, hanno vociato e scritto tutti i media, spesso con toni parossistici. Ma è altrettanto vero che di tali azioni non c'è traccia alcuna nei fatti.
La modesta verità dei fatti è che il magnifico rettore (senza consultare preventivamente il senato accademico, ma mettendolo di fronte al fatto compiuto, come riconosciuto dallo stesso ex-portavoce della Santa Sede Navarro-Vals in un articolo su Repubblica) ha invitato il Papa come ospite unico in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico (a cui partecipano in nome della Repubblica italiana il ministro dell'università e il sindaco di Roma), e che, avutane notizia dalla agenzia Apcom, il professor Marcello Cini (già dallo scorso novembre) e alcune decine di suoi colleghi (più di recente) hanno espresso per lettera al rettore un loro civilissimo dissenso. Quanto agli studenti, nell'approssimarsi della visita alcuni di loro hanno espresso l'intenzione di manifestare in modo assolutamente pacifico un analogo dissenso, nella forma di ironici happening.
Il rettore Guarini ha comunque rinnovato al Papa l'invito, e tanto il Presidente del Consiglio Romano Prodi quanto il ministro degli Interni Giuliano Amato hanno esplicitamente escluso che si profilasse il benché minimo problema di ordine pubblico (malgrado la campagna allarmistica montata dal quotidiano dei vescovi italiani, "L'Avvenire", rispetto a cui le dichiarazioni di Prodi e Amato suonavano esplicita smentita).
Nulla, insomma, impediva a Joseph Ratzinger di recarsi alla Sapienza e pronunciare nell'aula magna la sua allocuzione. Di pronunciare, sia detto en passant e per amore di verità, il suo monologo, visto che nessun altro ospite contraddittore o "discussant" era previsto, e un monologo resta a tutt'oggi nella lingua italiana l'opposto di un dialogo, checché ne abbia mentito l'unanime coro mediatico-politico (che di rifiuto laicista del dialogo continua a parlare), a meno di non ritenere che tale opposizione, presente ancora in tutti i dizionari in uso nelle scuole, sia il frutto avvelenato del già stigmatizzato complotto laicista. [...]

Se il testo di Flores d'Arcais vi appassiona come ha appassionato me, per la sua obiettività, lucidità e chiarezza, potete leggerne il seguito sul sito di Liberazione.

(autore: sissi)

Una piccola laicità


Le grandi fedi monoteiste, forse non solo quelle, hanno delle concezioni grandiose: l'eterno, l'infinito, l'elezione, la salvezza per sempre e la per sempre dannazione; l'universalità; le città sante. L'«ateismo di stato» ha da queste preso l'idea bizzarra d'essere il crocevia dell'umana storia, la linea che separa il passato per sempre da un futuro sempre uguale a se stesso; l'uomo vecchio dall'uomo nuovo.
La laicità non confuta nessuna di queste grandiose convinzioni, né ne rifiuta l'assolutezza.
La laicità è quello spazio in cui tutti - chi si riconosce in questi sistemi, e in altri, e anche chi di sistemi non ne abbraccia nessuno - sono messi in condizione di convivere senza farsi del male a vicenda. La laicità dà la dovuta importanza a QUESTO lembo di terra in QUESTO tempo: sarà poco, ma è tutto quello che abbiamo in comune. La lacità accetta il dubbio e il dubbio favorisce la laicità.
Quando Ferrara sostiene che la pillola del giorno dopo "banalizza" l'aborto, nega la laicità. Nel piccolo mondo laico, infatti, non si causa maggior dolore per amore dello scandalo e dell'idea: laicamente, si cerca di ridurre l'impatto degli interventi chirurgici sui corpi (e sui feti).
Mi sono letto il vecchio intervento di Ratzinger su Galileo (intervento che i fisici romani hanno fatto male a rinfacciargli). L'allora cardinale intelligentemente analizza e riporta i dubbi che all'interno del pensiero laico sono emersi nel corso del tempo riguardo a Galileo (i laici, al contrario della Chiesa, non hanno dottrine, hanno quindi opinioni assai diverse tra loro). Questo continuo dubitare e mettere in discussione se stessi, anche il sacro Galileo, anche Einstein, è il procedere proprio della scienza laica. Ratzinger avrebbe potuto ricavarne una suggestione per la Chiesa: dubitare sempre quando si esce dal recinto di poche verità di fede. Invece ne ha ricavato, astutamente, ma aridamente, materia da rinfacciare implicitamente contro la scienza moderna. Peccato: un'occasione persa per tutti.

(autore: Nicola)

"LAICISTI E CLERICALI", O INTEGRALISTI vs. LAICI?



In un interessante articolo comparso ieri su "il Diario", inserto settimanale del quotidiano la Repubblica, Edmondo Berselli esamina sinteticamente il lungo ed articolato percorso seguito in Italia, nei diversi periodi storici, dal rapporto tra pensiero laico e pensiero di ispirazione confessionale, tra esponenti politici e gerarchie ecclesiastiche, analizzando nel contempo le diverse manifestazioni cui tale rapporto ha dato luogo in fatto di clima culturale, civile e sociale.

L'articolo si conclude con questo brano:

Per qualche aspetto, l’anticlericalismo [oggi] sembra un atteggiamento semplicemente fuori moda. Ma è anche possibile che il permanere di un attrito e il riaffiorare di tensioni fra settori della società italiana e la Chiesa derivi da quello che Ernesto Galli della Loggia ha definito «l’incontro mancato» fra liberali e cattolici. Secondo questa interpretazione, il liberalismo nel nostro paese non è mai diventato un orientamento politico di massa proprio perché i liberali non hanno saputo “dirsi cristiani”, cioè fare i conti con l’antropologia profonda dell’Italia. Nello stesso tempo, può anche darsi che la dissoluzione delle forze politiche “costituenti” negli anni Novanta abbia tolto autoconsapevolezza e sicurezza alla cultura politica. E che l’anticlericalismo di oggi dipenda in fondo dall’incertezza delle idee, di fronte invece all’intenso pressing intellettuale del papa e dei suoi seguaci, credenti o semplicemente devoti.

Edmondo Berselli è un autorevole giornalista e sulla materia ne saprà certamente molto più di me. Io però mi permetto di dissentire dalle affermazioni qui sopra riportate, e ritengo piuttosto che, se di "rigurgiti anticlericali" si torna oggi a parlare, la responsabilità va ricercata essenzialmente nell'accelerazione esponenziale che negli ultimi anni è stata impressa dal Vaticano alla propria mai sopita volontà di farsi i fatti dello Stato italiano.
Fino al '92, l'esistenza della Democrazia Cristiana aveva garantito ai papi, alla CEI, allo IOR, la presenza, alla guida del Paese, di un loro "delegato", capace di mediare, di smussare, di "tradurre": in pratica, di negoziare tra le ragioni della «Chiesa» (di "certa" Chiesa) e quelle dei rappresentanti di altre fette dell'elettorato; ma dalla dissoluzione della DC nei mille rivoli che ne sono derivati (UDC, CDU, CCD, UDEUR, PPI, Margheritini e via frammentando, fino ad arrivare a settori non irrilevanti del costituendo Partito Democratico), gli alti prelati han dovuto cominciare a "sporcarsi le mani" e a "metterci la faccia".

Con l'inevitabile conseguenza che un certo numero di italiani ha cominciato, anche, ad incazzarsi.

(autore: sissi)