venerdì 29 febbraio 2008

Dedicato agli ignoranti

Ad uso e consumo degli ignoranti come me, il prezioso supporto etimologico-linguistico di Wikipedia:

«La parola laico viene dal greco λαικός (laikós) - uno del popolo, dalla radice λαός (laós) - popolo. Il termine ebbe in origine un uso esclusivamente religioso: riferendosi ai fedeli di una religione, veniva usato (e, nel suo senso proprio, viene usato tuttora) per indicare colui che, pur professando un dato culto, non è appartenente alla gerarchia del suo clero. L'insieme dei fedeli laici è detto laicato. Nella Chiesa cattolica si utilizza la denominazione di laico anche per gli appartenenti ad istituti di vita consacrata che non sono presbiteri: cioè per coloro che, pur essendo monaci non hanno ricevuto l'ordinazione sacerdotale. Recentemente il termine laico sta passando ad assumere il significato di "non credente", e quindi agnostico o ateo, benché quest'uso, non registrato dai dizionari, sia errato. Attualmente è usato spesso per indicare una persona che si ispira ai valori del laicismo o che si ritiene propugnatrice della laicità dello stato; "laico" è usato in opposizione a clericale (questo ultimo termine ha un significato spregiativo). Negli ultimi anni è invalso l'uso del termine spregiativo laicista con un significato simile e opposto a clericale per indicare persone che si autodefiniscono "laiche" e si comportano come anticlericali. Per estensione, il termine laico viene usato nel contesto di professioni specializzate per riferirsi a chi non pratica la stessa professione.»

Insomma, un laico può essere credente e praticante tanto quanto un cattolico, a volte forse di più. Ma tu guarda dove si può arrivare con i giochi di parole...

(autore: Roby)

LAICO: SE LO CONOSCI, LO EVITI

giovedì 28 febbraio 2008

MA LA VOGLIAMO FINIRE UNA BUONA VOLTA...



...con che cosa, mi chiederete voi, voglio che la si faccia finita?
Con una insidiosissima abitudine: quella di contrapporre sempre, nelle discussioni circa le "due anime" del PD, LAICI e CATTOLICI. E per chiarire meglio il mio pensiero, devo fare una premessa.

La premessa, è che io la vedo così: "meglio qualche teo-dem in casa - da ridurre, nei limiti del possibile, a più miti consigli - che una manica di teo-dem scatenati alla porta"...
Infatti:
  • che siamo in Italia (purtroppo?) non ce lo si puo' scordare;
  • che non sia ipotizzabile che la longa manus delle gerarchie ecclesiastiche non si faccia sentire, nemmeno;
  • che però all'interno di quelle stesse gerarchie non ci sia una totale omogeneità di intenti, neanche...

quindi spero ancora (fino a prova contraria) che la strategia di WV - e dei suoi più vicini collaboratori - verso i teo-dem modello-Binetti sia la più corretta ed efficace: equilibrarne il peso con dosi graduali (somministrate serenamente e pacatamente) di laicità crescente...

E dunque, vorrei tanto che chi si occupa di questi temi ponesse una maggiore attenzione all'uso dei termini: perché la distinzione che solitamente viene operata dai mass-media (e purtroppo anche da tantissimi esponenti politici, della sinistra come del PD stesso) non dovrebbe mai essere tra LAICI e CATTOLICI, bensì tra LAICI e CONFESSIONALI (o INTEGRALISTI, o FONDAMENTALISTI). Mai come in questo caso, infatti, bisognerebbe ricordarsi che la forma E' sostanza.

Se si sapesse DAVVERO, e si fosse davvero introiettato, cosa vuol dire LAICO, si sarebbe anche conspevoli che si può benissimo concepire che sia laico anche un cattolico: Prodi, Franceschini, Bindi ne sono, in forme e misure diverse, alcuni esempi. Continuare a contrapporre i CATTOLICI tout-court ai LAICI, non mi pare renda un gran servizio alla chiarificazione dei temini della questione, e credo non faciliti neanche il superamento del conflitto; e, per giunta, ritengo che metta anche in qualche imbarazzo i cattolici-laici, che possono, con qualche ragione, sentirsi forzosamente e scorrettamente accomunati a comportamenti a loro estranei e che, anzi, ci stanno aiutando a combattere.

(autore: sissi)

mercoledì 27 febbraio 2008

PER NOI, I GIOVANI



Ecco un'iniziativa che mi auguro possa diventare visibile ed avere l'impatto che, a mio avviso, si meriterebbe. La lettera è stata per ora sottoscritta da un centinaio di persone, e non tutte giovanissime (l'ha firmata anche Luca Sofri, che per me è un ragazzino, ma per un ventenne, probabilmente, no...). Se vi trova d'accordo, perché non firmarla anche voi?




Al segretario del Partito Democratico Walter Veltroni



Caro Veltroni,
apprendiamo oggi venerdì 22 febbraio la scelta di candidare Marianna Madia, 27 anni, come capolista del Pd nella Circoscrizione Lazio 1 della Camera.
È una notizia positiva, perché sancisce che in politica la giovane età non è un handicap, ma un'opportunità.
Non conosciamo Marianna, ma non abbiamo alcun motivo di dubitare delle sue qualità e del suo profilo politico.
La sosterremo con convinzione, insieme a tutta la lista del Partito Democratico.
Non contestiamo neanche il criterio con cui è stata scelta, che, come apprendiamo dagli organi di informazione, risiede in una vostra conoscenza personale e quindi, immaginiamo, in un rapporto di stima e fiducia reciproca.
È prerogativa di un leader politico indicare nelle liste compagne e compagni, o anche personalità estranee al partito, di sua fiducia, al fine di sostenere la propria linea politica.
Tuttavia ti chiediamo di non fermarti e di garantire nelle liste del Pd, in posizione di eleggibilità, la presenza di giovani provenienti dalle esperienze di impegno politico generazionale, che abbiano esperienza di lotta e costruzione del consenso.
Non te lo chiediamo per tutelare gli interessi di qualcuno, ma affinché ai molti giovani che hanno partecipato alla creazione del Pd, nonché ai molti che vogliamo vi si uniscano in futuro, giunga il messaggio: "organizzatevi, lottate, partecipate e la vostra voce avrà un peso", non "abbiate le giuste conoscenze".
Sappiamo che far eleggere giovani completamente autonomi è un rischio per un leader politico, ma siamo sicuri che avrai in questo lo stesso coraggio che hai dimostrato di fronte a ben altre sfide.
I tuoi compagni giovani e democratici



(autore: sissi)

martedì 26 febbraio 2008

LEGGERE, SCRIVERE, CAPIRE



Secnodo un pfrosseore dlel'Unviesrita' di Cmabrdige, non imorpta in che oridne apapaino le letetre in una paolra, l'uinca csoa imnorptate e' che la pimra e la ulimta letetra sinao nel ptoso gituso. Il riustlato puo' serbmare mloto cnofsuo e noonstatne ttuto si puo' legerge sezna mloti prleobmi.
Qesuto si dvee al ftato che la mtene uanma non lgege ongi ltetera una ad una, ma la paolra nel suo isineme. Cuorsio, no?
(trovato nel Web da: sissi)

sabato 23 febbraio 2008

Ho creduto di vedere la luce, poi ho capito che era Uolterueltroni



[un sito imperdibile, di cui questi qua sotto sono solo alcuni esempî]

GIOCHI
Uolterueltroni non ha mai giocato con le bolle di sapone, perché quando scoppiano lui ci sta male.

CONTA
A bimbumbalegiù uolterueltroni butta zero per non fare un torto né al pari né al dispari.

AL BAR
Per non deludere nessuno, quando Uolterueltroni decide di uscire a prendere un aperitivo, fa il giro di tutti i bar della città.

NUMERO VERDE DEL COMUNE DI ROMA
Uolterueltroni per non affaticare i centralinisti dello 060606 risponde personalmente a tutte le chiamate.

CUORE D'ORO
Quando a Uolterueltroni è stato offerto il dono della sintesi l'ha rifiutato. Uolterueltroni i doni non li accetta, li fa.

IMMACOLATO
Uolterueltroni può rimanere incinto ma non lo fa per non dispiacere alle donne.

FIOCCO AZZURRO
Quando Uolterueltroni è nato non ha pianto, per non disturbare. Ha sorriso all'ostetrica e le ha stretto la mano.

DELICATO
Uolterueltroni spesso cammina sulle mani per non far sentire le gambe arti inferiori.

SUPREMAZIA
Uolterueltroni ha già vinto le elezioni ma non lo dice per non far perdere il lavoro ai sondaggisti di berlusconi.

DEFERENTE
Uolterueltroni è cosi rispettoso del Vaticano che si professa ateo per farsi convertire.

CORSI E RICORSI
Uolterueltroni avrà 12 ministri. Uno di questi lo tradirà con un bacio, ma lui saprà riprendersi.

VISIONI
Uolterueltroni è apparso alla Madonna.

IPSE DIXIT
E UolterUeltroni guardò la donna e disse: tu, donna, partorirai con l'epidurale...

MISERICORDIA
Dio perdona, Uolterueltroni offre anche il caffè.

POSIZIONAMENTO
Uolterueltroni è a sinistra del padre, a destra del figlio ed al centro dello spirito santo.

EDUCAZIONE
Uolterueltroni prima di camminare sulle acque si lava i piedi.

TENORES
Uolterueltroni prenderà il posto di Pavarotti ne I tre tenori.

LONELY RUNNER
Uolterueltroni ha visto cose che voi umani non potete neanche immaginare, e le ha messe tutte nel programma elettorale.

BIBLIOTECHE
Appresa la notizia che a ieri sera a Modena Uolterueltroni aveva parlato della "Biblioteca del Congresso a New York", la biblioteca stessa ha lasciato con entusiasmo Washington per dirigersi verso la Grande Mela.

GATTI
Il gatto di uolterueltroni la sera legge ai figli Geronimo Stilton.

SCUOLA
Uolterveltroni è talmente buono che a scuola non passava il compito di latino ai compagni somari. Perorava la loro causa direttamente con i professori, ricordando che senza alunni non avrebbero avuto un mestiere e si sarebbero trovati disoccupati, compromettendo il conseguimento degli obiettivi dell'Agenda di Lisbona.

GRANDI OPERE
E' Uolterueltroni che costruisce i quadrati sull'ipotenusa.

FILMS
Uolterueltroni è così bravo a guardare i films che ora li guarda bendato e in equilibrio su un piede solo.

INDIPENDENZA
Uolterueltroni in cuor suo ha riconosciuto l' indipendenza del Kosovo già nel 1983.

CHEF
Uolterueltroni sa fare un risotto che D'Alema se lo sogna.

ECOLOGIA
Uolterueltroni va a idrogeno.

Anita e i palloni gonfiati

Io sono il feto malato…. - di Anita Pallara

Lettera aperta a Giuliano Ferrara

Mi chiamo Anita, ho 18 anni e sono un ex feto malato… ora sono una ragazza “malata”, ho una malattia neuromuscolare, in inglese SMA, molto simile alla sclerosi laterale amiotrofica, solo che la Sma colpisce i bambini. Si divide in tre forme: la prima, ossia la più grave, impedisce quasi ogni movimento e si manifesta nei primi mesi di vita del bambino e colpisce anche l’apparato respiratorio e spesso provoca la morte entro i primi anni di vita, la seconda (della quale sono affetta io) si manifesta entro l’anno di vita e impedisce di camminare e porta alla scoliosi e anch’essa colpisce l’apparato respiratorio e porta all’utilizzo di un respiratore durante la notte e fin dai primi anni di vita all’utilizzo di una carrozzina elettrica, la terza è la meno grave ma porta comunque negli anni all’utilizzo della carrozzina. È una malattia genetica rara e quindi non rientra nelle patologie che vengono sottoposte al controllo prima della nascita, a meno che non ci siano casi in famiglia. Suppongo che la domanda sorga spontanea… sono contenta di essere nata? Ovviamente sì, sono fiera di ciò che sono, amo la mia vita con tutte le sue difficoltà, vivo una vita piena, molto più piena di quanto si possa immaginare, ho una famiglia stupenda che mi ha voluta, che quando ha saputo delle mia malattia ha avuto un primo momento di sconforto poi si è rimboccata le maniche e mi ha cresciuto normalmente come tutti gli altri bambini… Ora mi crescono come una ragazza “normale” (esiste la normalità?).
Nella mia vita sono passata da tante situazioni, dai reparti di neurologia pediatrica alle rianimazioni… ai convegni sulla mia malattia, che sono dei raduni carichi di speranza, di dolore, di gioia di vivere… Ho visto genitori straziati dal dolore di aver perso un figlio, tanto velocemente e con tante sofferenze… Ho visto bimbi di due anni su una carrozzina attaccati ad un respiratore impossibilitati a muoversi dalla testa ai piedi, eppure carichi di vita, ne ho visti altri con lo sguardo stanco… Chi si batte tanto a parlare di vita, di diritto alla vita, temo che ne sappia ben poco del vero valore di questa parola, forse parliamo tanto di diritto alla vita di questi tempi perché ci sembra di vivere passivamente e allora ci battiamo più che per il diritto di vita degli altri per riaccendere la nostra volontà di vivere.
Qualcuno potrebbe dirmi “se tua madre avesse saputo della tua malattia tu non saresti nata”, sì è vero, mia madre avrebbe avuto il difficilissimo e dolorosissimo compito di scegliere se perdere un figlio o metterlo al mondo anche se malato.
Bene, mia madre dopo aver avuto me ha provato a darmi un fratellino e ha fatto tutti gli esami ed è risultato che anch’esso era malato… potete immaginare la tragedia interna di mia madre… abortire e perdere un figlio e in un certo senso rinnegarmi o mettere al mondo un bimbo malato (senza sapere quale forma di malattia potesse avere)…. bene mia madre da donna, da madre, ha preso la decisione più giusta… ossia abortire. È forse stata un mostro? un’assassina? o forse è stata coraggiosa, saggia, e ha evitato di mettere al mondo un bimbo destinato a soffrire… Ognuno la può interpretare come vuole… ma è proprio questo il punto, la libertà. Per libertà non intendo poter fare ciò che si vuole (come spesso viene interpretata la libertà) ma essere liberi di poter compiere una scelta, dolorosa in qualsiasi caso, di non sentirsi dei mostri se si compie una o l’altra scelta. Dio stesso ha fornito all’uomo il libero arbitrio…

Concludo rivolgendomi direttamente a lei signor Ferrara. Io personalmente trovo la sua “lista-crociata” anti-abortista del tutto fuori posto, trovo decisamente inadeguato usare un tema così delicato e che tocca così profondamente e personalmente milioni di donne e di uomini, come campagna elettorale. Lei ha messo sullo stesso piano la moratoria sulla pena di morte e l’aborto, trovo difficile comprendere questa comparazione, visto che nel caso della moratoria sulla pena di morte si parla di evitare che persone adulte che hanno compiuto un crimine atroce, e già per questo hanno perso la loro umanità, vengano uccise, per evitare che anche la giustizia si disumanizzi, mentre nel caso dell’aborto parliamo di donne che si trovano davanti a un bivio atroce e non hanno nessuna colpa se non quella di cercare il meglio per sé e per i propri figli…
Finisco dicendole che se per lei abortire è come compiere un omicidio… bene… sono fiera che mia madre sia un’assassina. Cordiali saluti.

Anita Pallara 18 anni ex feto malato

Forse conoscevate già questa storia. Io no, e ne sono rimasta colpita. Specialmente perchè, all'inizio, avevo equivocato, pensando si trattasse di una lettera pro-Ferrara. Poi, proseguendo nella lettura, ho capito. Non trovate anche voi che Anita sia stupenda? Scusate se mi commuovo, ma sapete, ho una figlia della stessa età, anche se di certo molto più fortunata: ed è atroce pensare come la fortuna, talvolta, sia solo questione di un gene diverso o di un cromosoma in più o in meno...

(autore: Roby)

PRO LIFE 2



Ieri sera, nella trasmissione di Daria Bignardi su La7, Giuliano Ferrara ha superato se stesso, quando ha gioiosamente sottolineato lo spirito umanitario di cui sarebbe impregnato George W. Bush, e da questi dimostrato presentando orgoglioso ai giornalisti 40 bambini vivi e vegeti (e presumibilmente belli e bondi), più o meno con queste parole: "questi bambini sono il risultato di 40 embrioni congelati, destinati alla distruzione: noi lo abbiamo evitato e abbiamo cambiato il destino".

Consigliamo G F. di chiedere a George W. Bush di convocare presto un'altra conferenza-stampa, in cui ostentare un numero certamente più ingente di bambini iracheni MORTI, presentandoli con queste parole: "questi cadaverini sono il risultato di bambini VIVI destinati a vivere ancora; bombardamenti e attentati, attuati e/o provocati dagli U.S.A., lo hanno evitato; anche stavolta, abbiamo cambiato il destino".

(autore: sissi)

venerdì 22 febbraio 2008

Caos calmo



Mi sono goduta la proiezione del film "Caos Calmo" con Nanni Moretti e Isabella Ferrari attori principali.
Intenso nello svolgimento del racconto e a tratti commovente, ho visto in questo film l'elogio del quotidiano, delle piccole cose e dei fatti che regolarmente scandiscono la nostra vita.
E', appunto, col riavvicinamento alla famiglia e in modo particolare alla figlia che il protagonista cercerà di superare il dolore per la morte della moglie. Si accorge di non conoscere il mondo a lui più vicino, pertanto comincia ad esplorare e a riflettere sulle diverse realtà che lo circondano.
Bello ed estremamente realistico il legame che si instaura col bambino down. Vero il distacco che lo allontanerà dal mondo del lavoro. Efficace il recupero dei momenti persi e degli affetti non goduti.
Ci ho visto la rappresentazione di gran parte della nostra società e l'incomunicabilità che la divide quando ci si trova soli con la propria sofferenza.

(autore: Grazia)

SPECIALITA' DELLA CASA

Chez Uòlter
(by: Rowena)

Da quando è iniziata la campagna elettorale, e Uòlter ha detto: "Corriamo da soli!", ho una strana sensazione.

Mi sembra di aver mangiato fino a pochi giorni fa in un ristorante di bassa qualità, ma a cui mi ero abituata. Brontolavo per la sciatteria del servizio, per i cibi poco curati, per il prezzo troppo alto, e ogni volta giuravo che era l'ultima volta che ci tornavo. Poi qualcuno mi ha detto che la gestione era cambiata; a me non pareva che fosse tanto diverso, giusto una mano di bianco alle pareti, ma per il resto... tutto come al solito. Ma quel qualcuno ha tanto insistito, che sono entrata. Adesso è come se fossi qui, col piatto davanti. L'antipasto non era male, e il servizio sembra più accurato. Ma ad ogni sorso di vino mi chiedo se avrà lo stesso sapore acido del passato; e sono felicemente sorpresa quando invece lo trovo gradevole. Ma ancora assaggio ogni boccone con sospetto, aspettandomi di trovarlo immangiabile; ancora non mi sono rilassata sulla sedia, decisa a fidarmi dello chef.

E allora, non è quello che succede a tutti quelli che non si fanno prendere dai facili entusiasmi? Non stiamo tutti a pesare e soppesare ogni mossa, temendo l'inciampo, la delusione, un piede messo in fallo, una dichiarazione avventata, una reazione sopra le righe? E' troppo fresco il ricordo delle passerelle di leaderini in tv a beccarsi come i capponi di Renzo, dei ministri ai cortei contro il governo, degli uomini buoni per tutte le stagioni, dei personaggi imposti ad un elettorato con la molletta al naso, per poter starcene tranquilli. Basta un'esternazione di Di Pietro, per precipitare anche voi nel panico, confessate!

Adesso c'è la questione delle liste. Assieme al programma, che ho trovato una pietanza più gradevole del previsto (treforchette, per intenderci), i candidati saranno l'altro piatto forte del menu. Lo chef ci ha già ammannito un paio di bocconi che ho trovato molto appetibili: persone giovani, finalmente, che non possono essere accusate degli errori del passato. "Figli di", ci dicono, storcendo il naso, ma trovo più digeribili i figli dei padri, a prescindere.

Qualche altro boccone ci è stato risparmiato, per fair play o per dispetto. Non ci saranno alcuni grandi vecchi, da Prodi a De Mita (mutatis mutandis). Non ci sarà Visco, e la campagna elettorale sarà più facile; non ci sarà Amato. Non ci sarà Violante. Aspetto con trepidazione di vedere cosa uscirà dalla cucina. Ma, soprattutto, cosa "non" ne uscirà. Se non ne usciranno bocconi decisamente impresentabili, che già puzzano di rancido (o è l'odore del pattume che gli si è attaccato addosso? - e non è difficile indovinare a chi penso - o quella schiera di personaggi dalla faccia più che tosta, che porta su di sé un fallimento lungo quasi 20 anni; quelli che hanno attraversato tutte le stagioni, dicendo tutto e il contrario di tutto, e ancora pensano che gli crediamo...), so che qualche boccone amaro, mi piaccia o no, dovrò ingoiarlo: ci saranno i massimidalema, le rosybindi, i fassiniefassine... dovrò berci su abbondanti sorsate di acqua fresca, ma pazienza. Speriamo almeno che i contorni siano freschi.

Insomma, me ne sto qui ad aspettare, facendo palline col pane, e girando insistentemente la testa verso la cucina. Borbotto fra me e me che finora il nuovo chef non ha cucinato male, speriamo che i sottocuochi non gli rovinino le prossime pietanze.

[post trafugato qui]

La fantasia (?) al potere


Scusate, ma non capisco.
Eh, già
(si direbbe noialtri a Firenze), l'è ri-nova...
Sì, lo so, gli argomenti che qui di solito tratto sono tipici della pausa-cazzeggio: in ogni caso, stavolta quel che non capisco è perché - negli slogan di propaganda elettorale - la fantasia sia spesso un optional. Cosicché sempre più frequentemente si preferisce copiare a man bassa, come nei compiti in classe di scolastica memoria, anziché impegnarsi a studiare la materia a casa propria.
Ce l'avranno o no, i vari partiti, almeno un consulente di comunicazione o uno straccio di pubblicitario degno di questo nome? E allora, santiddìo, c'era proprio bisogno, per il PD, di scopiazzare il We can barackobamiano? E Ferrara, col suo Aborto? No, grazie! non vi fa raddoppiare il disgusto, di per sé notevole al solo nominarlo? Già Berlusconi, scendendo in campo, esordì con quel Forza Italia di stampo calcistico che fece un certo scalpore: tanto che, allo stadio, i tifosi non simpatizzanti del Polo erano costretti ad escamotages linguistici tipo Italia, forza! o Forza azzurri!, francamente meno incisivi.
Mi aveva favorevolmente colpito, al contrario, la frase di lancio dello scorso anno, Sono Partito democratico e non torno indietro: se non altro, un certo sforzo di originalità c'era.
Ma probabilmente sono io ad essere troppo esigente. E il punto, evidentemente, è un altro: non - semplicemente - quello in fondo al periodo.

(autore: Roby)

giovedì 21 febbraio 2008

PRO-LIFE (con fermenti attivi): un vero capolavoro di ironia



PRO-LIFE
(by: viscontessa, 15.02.2008)

Blitz ieri mattina alle Otto e 1/2 nel bagno di un noto giornalista televisivo. Una telefonata anonima, che gli investigatori pensano provenire da uno degli inquilini di un appartamento dello stesso stabile, ha infatti informato un giudice che in quel bagno era in corso un’evacuazione illegale di ben oltre i 2 kg di merda fissati dal regolamento condominiale come limite procapite di cagata per ogni condomino.
Sette gli agenti che si sono presentati ieri mattina a casa di G.F. e che, dopo aver interrogato il sospettato ancora con le mutande calate, hanno sequestrato il corpo del reato non senza qualche difficoltà causata dal malinteso su quale fosse lo stronzo da portare via.
Poco e niente si sa di cosa sia successo tra le pareti di quel bagno ma l’amministratore di condominio subito intervenuto per difendere il suo assistito, ci ha tenuto a far sapere che per il calcolo del limite giornaliero di merda procapite si era tenuto conto delle vecchie tabelle millesimali dei neuroni di ogni condomino precisando poi che da allora molte cose sono cambiate e che già da tempo si parla di rivedere la norma 194 del regolamento condominiale. “Quando la norma è entrata in vigore” ha fatto sapere ai giornalisti accorsi sul posto “alle stronzate non si dava ancora il valore che si dà adesso, né eravamo ancora in grado di salvare gli stronzi prima ancora che questi diventassero tali. Tra l’altro” aggiunge poi “è già in uso nel nostro condominio un nuovissimo impianto di termoventilazione in grado di riciclare il puzzo di merda in quello di aria fritta e contiamo di farlo entrare a pieno regime nel corso dell’imminente campagna elettorale”.
Intanto, da un breve comunicato stampa, si viene a sapere che G.F. ha appena deciso di fondare un nuovo movimento in favore della vita e alle prevedibili perplessità su cosa c’entri la vita con la merda (a parte il modo su come siano costretti ultimamente gli italiani a tirare avanti) G.F. risponde citando un famoso verso di una canzone di De Andrè: “dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior”.
Mistero e crescente curiosità sul simbolo che adotterà questo embrione malformato di partito.

[post trafugato QUI]

NUN CE SE CREDE



Là per là sono rimasta così stupefatta, da essere convinta si trattasse di un sito di satira... macché: visitare per credere...

Del sito - e in particolare del thread che potete raggiungere cliccando sul "banner papale" qui sopra (thread di cui vi raccomando di leggere almeno una decina di post, nonostante l'incredulità vi possa a tratti sopraffare), sono venuta a conoscenza leggendo "L'altro blog era piu' bello", sito intelligente e spiritoso, consultato perché segnalato tra i preferiti di Sorelle d'Italia (uno dei MIEI preferiti!).

Esaurite le complicate ma doverose informazioni sulle fonti, mi correrebbe l'obbligo di dirvi, almeno sommariamente, di che si tratta... E invece no, non ve lo dico: non voglio rovinarvi la sorpresa!

Buona trasecolazione (o buon trasecolamento? boh...)

(autore: sissi)

Competizione di genere

Una vecchia storiella di cui ho appena trovato la versione illustrata: per l'edificazione delle vetero-femministe che "affollano" questo blog, e con buona pace dei pochi - ma mai irrilevanti! - maschi (maschilisti e non) che dovessero imbattervisi...

(autore: sissi)

mercoledì 20 febbraio 2008

Era meglio un tamagochi...



In questi due giorni non ho trovato nulla su cui mi venisse qualcosa di significativo da scrivere, o su cui industriarmi ad imbastire una vignetta degna d'essere condivisa. E, di conseguenza, mi sono interrogata su cosa significhi tenere un blog. Un blog, per come la vedo io, è una sorta di "diario squadernato sotto gli occhi dei passanti"... tutt'al più, un "diario squadernato sotto gli occhi dei passanti, con una penna vicino"... Chiunque, se gliene viene il ghiribizzo, può darci una sbirciatina; chiunque, se gliene salta il ticchio, può lasciarci un disegnino, una frase, una traccia...
Ragion per cui, non dovrebbe riguardare che me, la faccenda se scriverci o no, e non dovrebbe riguardare che voi, la faccenda di leggerci dentro o di scriverci a vostra volta.

E allora, a cosa devo questa specie di senso di colpa, di sgradevole sensazione di responsabilità declinata, di consapevolezza di un impegno non assolto, che mi prende se, per un giorno o due, non tocco la tastiera; e come far fronte alla preoccupazione, l'allarme, l'angoscia, che mi assalgono nel consultare le statistiche del contatore, che denunciano impietosamente un declino vertiginoso delle visite, delle pagine sfogliate, delle new entry ta i lettori???

Chi apre un blog si infila inconsapevolmente in un sentiero impervio, subdolo, dalle mille insidie... si candida all'inquietudine perenne, all'insoddisfazione permanente... al gravame di una responsabilità che nessuno gli ha attribuito e che lui stesso non sapeva e non intendeva assumersi... Ma il blog è nato, ormai è lì, e non si può far finta che non esista... e come con un genitore vecchierello e un po' intronato, o un pupo ancora infante e non autosufficiente, non puoi disinteressartene... quello si aspetta che gli porti un dolcetto, che gli fai una carezza, che gli presti attenzione... altrimenti si immalinconisce, si stranisce, comincia a star male, deperisce... non è improbabile che maturi acredine o sensi di rivolta... e tu non puoi ignorare tutto questo... insomma: una volta messo al mondo un blog, la tua vita diventa un inferno. E il rimorso per aver commesso peccati di omissione - in cui prima o poi chiunque, inevitabilmente, finisce per incorrere - ti tormenterà per sempre.

(autore: sissi)

lunedì 18 febbraio 2008

Il sociologo, il filosofo e il PD



Michel Foucault e il partito democratico
di Khaled Fouad Allam
(7 febbraio 2008 - MAGAZINE - Intervento - wwww.partitodemocratico.it)


Può sembrare strana la correlazione fra la formulazione sul piano politico di un nuovo partito e il filosofo francese scomparso oltre vent’anni fa. In realtà l’avvento del partito democratico va collegato alla grande crisi della politica che Foucault - nel suo corso sulla biopolitica svoltosi fra il 1975 e il 1978 presso il Collège de France a Parigi - aveva preannunciato per gli anni a venire. Non è un caso che Foucault parlasse di un mutamento della nozione di governabilità, e di come quella nozione, nei suoi fondamenti come nelle sue pratiche, avrebbe conosciuto una trasformazione profonda e sarebbe stata al centro di un aspro confronto fra tradizione neoliberista e tradizione statalista.

Il luogo di quel confronto sarebbe stato, per tutti, il mercato e la sua relazione con lo Stato. Michel Foucault già allora sottolineava che governare non significa più regnare, ma prendere atto che la verità si trova al di fuori dello Stato. Il mutare del concetto di governabilità si è manifestato storicamente attraverso il mutare della sua funzione e della sua definizione.

Nel medioevo compito del sovrano era quello di proteggere il territorio, le città erano circondate da mura; in seguito l’esercizio della sovranità si è esteso sulla popolazione e si è sviluppata la nozione di sicurezza.

Nel ‘700 e ‘800 la dimensione dell’economia politica coniuga i due elementi, territorio e popolazione; il territorio è lo spazio in cui si produce la ricchezza, la popolazione è il vettore portante della produzione della ricchezza; l’idea di manodopera è significativa di tutto ciò. Il sovrano deve farsi garante del mantenimento di quella popolazione, la deve proteggere affinché possa lavorare e dunque produrre. Ma è qui che si affrontano due teorie che permangono a tutt’oggi nel dibattito politico-economico sulla mondializzazione: da una parte il “laisser faire, laisser aller” e dall’altra lo Stato come strumento di regolazione. Con la differenza sostanziale che oggi il mercato, nello schema mondiale, non si inserisce più nell’economia dello scambio ma nell’economia della concorrenza.

Lo scambio presuppone un trattamento di tipo egualitario, mentre la concorrenza no, perché in essa ci sono dei vincitori e dei vinti. E dunque tutti gli schemi concettuali della sinistra classica sono in crisi, perché il mondo è profondamente cambiato e pone la questione della governabilità, con il quesito: quale ruolo deve essere affidato allo Stato, in un sistema mondiale in cui la concorrenza del mercato è fondamentale?

La governabilità attuale si trova al centro di nuove zone di turbolenza, semplicemente perché l’idea di politica – nel senso della polis – non parte più obbligatoriamente dalla centralità dello Stato, ma si realizza altrove, nell’associativismo come in altri segmenti della società.

Ritorna così per vie indirette la centralità del soggetto, e dunque delle nuove forme di cittadinanza, anch’esse in crisi in tutto il mondo: perché tratto caratterizzante della globalizzazione è il rapporto fra eterogeneità delle culture e territorialità.

L’Islam, ma non solo esso, interroga oggi la complessità della nostra condizione umana.

Come tradurre, come trovare un linguaggio politico in grado di strutturare questa eterogeneità e di darle significato? Mi sembra evidente che dobbiamo partire dalla democrazia, dai suoi fondamenti e dal suo carattere universale e universalizzante. Non è un caso che Michel Foucault, nei suoi scritti apparsi in Italia sul “Corriere della sera” alla fine degli anni ’70, si interessasse proprio all’Iran. Non solo perché vedeva apparirvi una nuova questione che avrebbe travolto la nostra era globale, ma anche perché, profeticamente, aveva intuito il delinearsi della crisi della cittadinanza.

Le nuove cittadinanze pongono il problema dell’articolazione fra il soggetto e la politica; ed è un lavoro enorme quello che ci aspetta, un problema con cui il mondo anglosassone ha già iniziato a confrontarsi.

Ripensando la politica si ripensa anche la vita, che è così semplice e così complessa.

LIETO EVENTO IN CASA DEMOCRATICA

Sabato scorso, mentre Veltroni parlava all'Assemblea Costituente del PD (molti padri finiscono per stare da qualche altra parte, mentre i figli nascono...), è venuto alla luce il primo Circolo del PD on-line.
Al neonato è stato imposto l'esotico ma evocativo nome di Barak Obama.

(i tempi cambiano: una volta, alle sezioni del PCI - e della DC - venivano dati i nomi gloriosi di illustri esponenti della storia del partito: Di Vittorio, De Gasperi, Lenin, Don Sturzo... tutta gente benemerita, ma solitamente morta stecchita... Obama non ha ancora manco vinto le elezioni e, zac, già gli intitolano un circolo... guardare al futuro vabbe': ma se poi perde?)

Ad ogni modo, il pupo pare avere tutte le sue ditine a posto... e cioè, come scrive lo zio Pennarossa nella partecipazione del lieto evento, «nel circolo sono presenti collaudati strumenti di partecipazione come un blog, un social network (Ning), una sezione Youtube. Insomma c’è il necessario per partire e per verificare, come da premessa del Circolo, [se sia vero] che: “i circoli on-line consentono la medesima ricchezza di dibattito dei circoli "fisici", ma agevolano la partecipazione superando con estrema efficacia le barriere fisiche e le distanze”.».

Molti augurî al pargolo, cui auguriamo di aver presto tanti fratellini e sorelline...

(autore: sissi)

trenini e lettrici



Ok, perfetto, i lavori andranno avanti, la tramvia ("trenino"???) passerà accanto al Duomo e al Battistero, e l'aria sarà meno inquinata. Per i nostri pronipoti, ovvio. Perché noi dovremo prima di tutto sorbirci almeno cinque anni di lavori nel centro, con intasamenti mostruosi nel traffico in tutte le aree limitrofe, macchine scavatrici che certo non emettono profumo di violette e scassamenti vari, non solo dell'asfalto!!! Cinque anni ad andar bene, si capisce. Dato che basta dare una picconata in terra, nella zona intorno a piazza San Giovanni, per scoprire reperti più o meno antichi (cosa del resto facilmente intuibile e comunque già appurata più di cent'anni fa, come testimoniano i documenti dell'archivio storico comunale): e allora giù interventi della Soprintendenza, stop agli scavi, ritardi e rigiri vari... Ho detto 5? Facciamo 10, sempre che ce se n'infischi delle antiche vestigia, di cui peraltro rigurgitano i nostri visitatissimi musei: nel 2019, per il 30° compleanno della mi' figliola, se ne riparla. Ma forse, a quell'epoca, la tramvia avrà già fatto dietrofront, e viaggeremo tutti - novelli Flash Gordon - a bordo di veloci, silenziose, sicurissime navette pressurizzate. Stando ben attenti, ovviamente, ad evitare la punta del campanile di Giotto!!!

(autore: Roby)

Ferrar Gump running scene


(autore: sissi)

La tram-FI-a: dedicato a Roby


Al referendum in testa i contrari, ma non c'è il quorum.
Una consultazione politica: i lavori andranno avanti comunque
Firenze e il tram della discordia: votano in centomila, città divisa
(by: Concita de Gregorio)

FIRENZE - Nella minoranza prevalgono i contrari. Un uno e mezzo per cento più della metà, il 51,5, ha votato contro il tram di Giotto. Sono andati in pochi però, nemmeno il 40 per cento dei fiorentini: il referendum sulla tramvia non ha il quorum. Una vittoria monca per la giunta di centrosinistra: può ignorare il voto, a norma di regolamento e di legge, e non discuterne neppure in consiglio. Potrà vantare la scarsa affluenza, l'appoggio sostanziale di chi ha disertato le urne. Dovrà incassare la sconfitta simbolica: il problema della tramvia non ha mobilitato le masse ma chi ha votato anche se per pochissimi voti era contrario. E' tutto solo simbolico, in questa partita: chi vince e chi perde, di cosa si parla. Di modernità e di bellezza, di progresso. Questo angolo di strada, un metro e mezzo da cui si vede il futuro. Cronache dal marciapiedi più famoso del globo, allora. Famoso come il candidato presidente degli Usa: i riflettori del mondo intero sono puntati qui. Il marciapiede-Obama ha avuto articoli su Times, sul Boston Globe. Ne hanno scritto Der Spiegel e le Monde. Va nei servizi su Al Jazeera. Angolo tra piazza San Giovanni e via De Martelli, Firenze. Un terzo dei passanti parla italiano, due terzi scattano foto. Una Bmw Z4 cabrio con a bordo un solo passeggero fa manovra davanti alla scalinata del Duomo. Siccome Firenze è patrimonio dell'umanità e siccome una linea della eventuale futura tramvia dovrebbe passare da qui ecco che il mondo intero è virtualmente in piedi su questo angolo di strada, oggi: in questa domenica di referendum in cui si vota per dire si o no alla linea di tram non inquinante che dovrebbe, ove mai si realizzasse, riportare un po' di fiato a chi ci vive. Così come il resto del mondo non vota per le elezioni americane, che pure lo riguardano, gli inglesi e i giapponesi non hanno votato oggi per la tramvia. Nemmeno tutti i fiorentini, a dire il vero: anzi, pochi. Un po' meno della metà. Eppure il caso è planetario. Planetario e provinciale insieme. Ci sono in ballo, nell'ordine: il futuro sviluppo di una delle città più belle del mondo con l'indotto turistico che ne consegue; gli appalti e il denaro; la tenuta del centrosinistra che qui da anni governa e che ha appena avviato una nuova campagna elettorale nazionale all'insegna del fare, we can; la coerenza degli amministratori locali che su questo programma sono stati eletti; la fiducia dei fiorentini nei medesimi; la prossima corsa a sindaco per Firenze da decenni roccaforte rossa o almeno rosa, Leonardo Domenici è al secondo mandato (non rieleggibile) e per la successione il centrodestra sembra voler schierare Paolino Bonaiuti, braccio destro di Berlusconi impegnatissimo nella campagna antitramvia.
Ci sono alcune variabili che in Giappone e in Inghilterra non risultano chiare: chi sia Razzanelli, per esempio, l'imprenditore tessile 'padre del referendum 'contro', chi lo finanzi e cosa succederà ora che il suo partito, l'Udc, si è sganciato da Berlusconi. Cosa c'entrino le donne nude e mal dipinte esibite come in una fiera di bestiame dal sedicente futurista ex Forza Nuova Graziano Cecchini, l'uomo che ha tinto di rosso la fontana di Trevi, qui accompagnato alle gloriose "Giubbe Rosse" - il caffè degli intellettuali di un tempo remoto - dal testimonial Vittorio Sgarbi, assessore di Letizia Moratti a Milano. Perché la sinistra di Pancho Pardi (Girotondi) e del colto italianista Alberto Asor Rosa si sia schierata al fianco di Franco Zeffirelli e di Alleanza Nazionale. Perché Piero Pelù e Andrea Bocelli si sentano divisi oltre che da evidenti distonie musicali anche dal destino di questo angolo di strada e siccome queste sono questioni che solo noi molto addentro alle italiche gesta possiamo (a stento) capire è qui che conviene tornare: sul marciapiede. Sul lastricato di pietra serena sotto un'antica lanterna e un vecchio orologio che va avanti di mezz'ora. Dietro, il bancomat più stressato della città; davanti, un bar con le insegne al neon. Sulla destra il battistero, a sinistra il Duomo col campanile di Giotto. Da qui passano il 6AB, il 7, il 10, l'11 e il 71. Sterzano in colonna il 31, il 32, il 67, il 68 e l'82. Il 14a prosegue affianco al Duomo. Il 14cb va a Careggi. Molto atteso il 23B, Nave di Rovezzano. In ritardo l'1a. Proprio a quest'ora, le undici di mattina, il sindaco Domenici entra al seggio a votare in compagnia di moglie e figlio. Il bambino, 6 anni, vuol sapere se si stia votando "per il prossimo sindaco". Vedono lontanissimo, i bambini. L'autista dell'11 diretto in via Bronzetti si attacca al clacson. Un Suv Mercedes (la domenica il traffico è libero) pretende di fare inversione a u sotto il Battistero. In colonna dietro all'autobus ci sono un pullmino dello Sheraton Hotel, una macchina della polizia, un'ambulanza e una fila di taxi. Alle 11 e 45 va a votare anche Razzanelli, il promotore della campagna. Ha dietro una coda di telecamere. Pausa pranzo e partita: la Fiorentina gioca in casa. Il sindaco si trasferisce in campagna e non ripete oggi quello che dice da mesi e che c'è scritto sui parallelepipedi oscurati dal Tar in piazza della Repubblica. Il comune aveva allestito una campagna informativa sulla tramvia con pannelli altri tre metri e un modellino di macchina in funzione, una cosa che farebbe impazzire Bruno Vespa. C'era scritto che le migliaia di autobus che passano ogni giorno nell'angolo di strada a fianco del Battistero danneggiano molto di più i monumenti e l'aria di quanto non farà il nuovo trenino elettrico, passato al vaglio di decine di commissioni e autorizzato con firma autografa da Silvio Berlusconi all'epoca premier. Che il centro sarà completamente chiuso al traffico. I referendari hanno protestato che non si trattava di 'informazione istituzionale' ma di campagna elettorale, hanno chiesto e ottenuto dal tribunale la censura. I parallelepipedi giganti sono lì accanto alla giostra, oscurati. La gente, in piazza, non parla della tramvia: della partita, semmai. Del resto che il referendum vada come vada la tramvia si farà, ha avvisato il sindaco forte della sua maggioranza di centrosinistra in consiglio: è consultivo e non avendo avuto il quorum non è neppure obbligo considerarlo. E' evidente che il voto ha un valore simbolico e, come si dice, tutto politico: una specie di memento per le campagne elettorali che verranno. Qui dal marciapiedi passa ogni giorno Leonardo Pieraccioni, abita sulla piazza: dice che quando beve il caffè gli trema la tazzina per via degli autobus che sono appunto adesso fermi in colonna: una bici incatenata al palo del divieto di transito impedisce a una Mercedes nove posti di fare manovra agilmente. Sei turisti sono seduti sulle transenne intorno alla colonna di san Zenobi eretta dove c'era un albero: quando fecero il funerale del santo, dice la leggenda, la bara urtò la pianta e quella rifiorì. C'è sempre bisogno di un incidente perché succeda un miracolo.

domenica 17 febbraio 2008

In nome di Dio, in nome di Allah... o in nome dell'Uomo?



Mi domando fino a quando più di metà del genere umano subirà senza reagire l'inaudito volume di violenza che le si rovescia QUOTIDIANAMENTE addosso, in modi e misure diverse secondo la parte del pianeta in cui le è toccato di nascere, ma sempre e comunque in quantità e forme che dovrebbero essere cosiderate, da TUTTI, intollerabili?

Non voglio trasferire qui il video (di 1 minuto e mezzo) in cui mi è capitato di imbattermi navigando sui siti di impegno civile; nella fattispecie, mi riferisco a un filmato di cui dà notizia «altrestorie»: un blog - aperto circa 3 anni fa, da un tipo che si firma giuseppe galluccio - del quale ho inserito un banner linkabile nel colonnino di sinistra, perché mi pare un piccolo sito di informazione democratica, magari un po' irruente ma ben fatto ed aggiornato.

Se vi fidate della vostra capacità di dominare le emozioni e di sopportare scene di ferocia umana NON tratte da un film ma, si presume, anogosciantemente reali, cliccate sulla parola video, nel paragrafo precedente.

Un commento a parte merita, credo, il fatto che chi assisteva a questa cosa abbia avuto il fegato di usare il telefonino non già per chiamare la polizia, ma per filmare l'avvenimento (e nelle riprese se ne vedono diversi, di "cell", branditi - per quel che se ne può arguire dalle immagini - esattamente allo stesso scopo).

Non datemi dell'esagerata, ma questa capacità delle donne di continuare a subire sopraffazioni piccole e grandi, che si perpetuano da tempo immemorabile, senza esere indotte ad organizzare la propria collettiva ribellione, mi fa venire in mente la mansuetudine incredula con cui le comunità ebraiche di tutta Europa si sono lasciate sterminare senza riuscire ad opporre una resistenza e una reazione efficace; certo, con il contributo deteminante dell'indifferenza generale degli "altri", che per tanto tempo hanno voltato la testa dall'altra parte.

E riguardo alle donne, non accade esattamente la stessa cosa???

(autore: sissi)

PROMETTO SOLENNEMENTE...

...che presto cercherò di parlar d'altro... ma questa chicca appena trovata non potevo lasciarmela scappare...

Quel filo-abortista di Ferrara (di Alessandro Robecchi)
citato nel sito Sorelle d'Italia - post di Maria Sung - Venerdì 15 Febbraio 2008

E' veramente strabiliante che tutti i giornali (manifesto compreso) si ostinino a definire il probabile partitino di Giuliano Ferrara come una «lista antiaborista». Per completezza di informazione e correttezza semantico-politica, vorrei far notare che l’ipotetica formazione del direttore del Foglio è a tutti gli effetti una lista a favore dell’aborto e della sua incontrollata diffusione, meglio se illegale. Se la legge 194 ha praticamente debellato la piaga dell’aborto clandestino e ha più che dimezzato gli aborti italiani, attaccarla con toni da crociata non è altro che una squillante e vergognosa battaglia a favore dell’aborto. Riconoscendogli una certa arguzia, molti sostengono che Ferrara sia abile a rovesciare le frittate a suo favore, ma è forse venuta l’ora di riposizionare la frittata per il verso giusto: attaccare una legge che funziona (pur a stento e faticosamente) non è altro che un attentato alla sofferenza di chi affronta scelte drammatiche. La burbanzosa leggerezza con cui si trattano temi tanto spinosi per edificare l’ennesimo partitino privato dovrebbe almeno indurre a prudenza su parole e simboli. Spiace per Ferrara e per la sua arguzia, ma in Italia lo slogan «Aborto-no-grazie» è stato realizzato proprio dalla legge 194 e non dal fuoco di sbarramento Vaticano. Quanto all’altro nome in ditta, «Lista per la vita», c’è da sbalordire. Per anni, da quando è iniziata la mattanza irachena, Giuliano Ferrara ha esercitato in modo acritico e feroce la sua soave apologia della guerra. Ora che gli iracheni morti sono oltre un milione, fregiarsi della parola «vita» in un simbolo elettorale suona come feroce sberleffo. Della vita, della morte, del dolore della gente bisogna parlare sottovoce, con rispetto. Invece si sbraita, entrando come un elefante in una cristalleria. Si dice che a Ferrara piaccia parlar chiaro. Lo faccia anche questa volta e chiami la sua lista per quello che è: propaganda filo-abortista. [costretta a fare il copia-incolla perché il manifesto tiene in archivio gli articoli SOLO UNA SETTIMANA: purtroppo il link www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/14-Febbraio-2008/art3.html non basta - n.d.a.]

(autore: sissi)

PETIZIONE «LIBERADONNA»

Oltre 10.400 firme raccolte in 3 giorni; la petizione per smuovere i politici di c.s. a "dire qualcosa di sinistra" sta diventando un piccolo fiume di indignazione, rabbia, impegno, umorismo.

Ho scorso, in modo del tutto "random", i commenti lasciati dai firmatarî; avendo individuato tra essi alcune tipologie specifiche, per ognuna riproduco qui quelli che mi sono parsi più significativi o divertenti... (nella citazione riporto, nell'ordine, professione ed età del mittente e testo del commento).

Categoria: BUONSENSO
impiegata - 40 - E' una vergogna mettere in dicussione libertà già acquisite. Si impegnino allora economicamente a mantenere i figli non voluti o con gravi malformazioni li mettano sul loro stato di famiglia visto che sanno tanto parlar bene ma lasciano a noi la gravità del problema.

Categoria: MOZIONE DEGLI AFFETTI
tecnico di laboratorio - 29 - Abortire è stata la cosa più brutta che mi sia capitata in una vita piena di cose brutte; ne porto con me il ricordo quotidianamente, ma fare diversamente in quel momento non era possibile; ne sono più convinta che mai soprattutto ora che ho un figlio voluto.

Categoria: PENSIERO ILLUMINISTA
inferrmiera/pensionata - 61 - Ho votato per il divorzio e sono sposata da 38 anni. Ho votato per l'aborto e non ho mai abortito. Credo che ognuno debba essere libero di agire secondo le proprie necessità e la propria coscienza.

Categoria: DISINCANTO
docente - 50 - C'è poco da commentare. Andiamo come i gamberi e a cercare di andare avanti siamo in pochi. Sempre più vecchi.

Categoria: ENTRO IN PUNTA DI PIEDI, PRENDO CORAGGIO CAMMIN FACENDO
Impiegato - 35 - Spero non vi dispiaccia la firma di un uomo stanco di una Chiesa invadente, che ha preso il posto di un'orda di politicanti mezze calzette.

Categoria: SIETE STREGHE MA VI AMO LO STESSO
libero professionista - 45 - Sono pienamente d'accordo e sostengo questa causa vitale per il futuro del paese anche se, pur presente alla manifestazione del 24 novembre, non ho compreso la mia esclusione dal corteo.

Categoria: FANTASTORIA
pensionato - 72 - «Viva la 194!» avrebbero forse detto i genitori di Ferrara: che, se avessero saputo come diventava, ci avrebbero pensato bene prima di mettere al mondo un soggetto simile.

Categoria: FANTASTORIA 2
impiegato - 40 - Ah, se avesse potuto abortire pure Maria…

Categoria: LOGICA HEGELIANA
maestra elementare - 47 - Non c'è democrazia né libertà senza laicità dello Stato. Difendiamo il diritto di ogni donna di decidere liberamente del proprio destino. Ferrara vai a difendere la vita distribuendo viveri in Darfur, e portati più preti che puoi.

Categoria: BERTINOTTISMO ATTUALIZZATO
impiegato - 37 - Attendiamo una risposta senza se, senza ma e senza anche...

Categoria: MI CI AVETE TIRATO PER I CAPELLI
casalinga - 42 - Vogliate scusarmi, generalmente mi comporto da signora, cercando di non scadere mai nel volgare turpiloquio, questo caso però merita una dovuta eccezione: Ferrara MA VAFFANCULO VA'!!!

(autore: sissi)

sabato 16 febbraio 2008

ADDIO ALLA CATALOGNA



Torno ora da Barcellona, Catalogna - Spagna? -. Anche in Spagna ferve la campagna elettorale, così viene facile fare dei confronti, almeno superficialmente.

In Spagna, lo sappiamo, la Chiesa è intervenuta a gamba tesa nella competizione, accusando il governo Zapatero di tutto e di più. Sappiamo anche che Zapatero non ha le remore dei nostri politici: ha addirittura convocato il nunzio apostolico per protestare. In Spagna, che ha una storia diversa dalla nostra, la linea di confine tra la Chiesa (reazionaria) e il mondo laico (repubblicano e progressista) è ancora lì dove l'ha lasciato la Guerra Civile. (Non che i cattolici seguano automaticamente le indicazioni elettorali dei vescovi, beninteso).

Vista da Barcellona, comunque, la politica spagnola pare avere altre priorità, che risiedono soprattutto nelle questioni nazionali: baschi, catalani e altre più piccole e meno note comunità, alla ricerca di una qualche forma di semi-indipendenza. La domanda del momento è: Zapatero riuscirà ad avere i voti per governare senza l'appoggio dei nazionalisti?

Ora, da noi l'unica questione sub-nazionale di peso è stata quella altoatesina, sostanzialmente risolta già ai tempi di De Gasperi, e comunque di limitato impatto. L'unico autonomismo potenzialmente sensato, quello siciliano, s'è disperso prima d'avere un qualche peso. La Lega ci ha provato, ma mancavano le condizioni antropologiche e così s'è ridotta a un querulo, quanto sterile, cattivismo nordista.

Diversa la situazione catalana. Lì c'è una lingua, che - anche sotto il franchismo - era la lingua sacra della messa. C'è un sentimento nazionale vivo da più d'un secolo, a cui la borghesia catalana non ha mai rinunciato, e neanche il proletariato organizzato da socialisti e anarchici. C'è una capitale riconosciuta, Barcellona, di un territorio abbastanza ben delimitato. Ci sono le competenze e le intelligenze.
La Catalogna gode di una parziale autonomia, che è già autonomia amministrativa e linguistica, ma non ancora autonomia fiscale piena.

Un effetto palpabile dell'autonomismo è un forte allentamento della coesione sociale, nel confine che separa i catalani-catalani da quelli immigrati da altre regioni. Questi ultimi si sentono trattati da stranieri in patria. I primi risentono la diffidenza di questi ultimi che, del resto, trattano un po' da catalani di serie B. Un effetto è che la partecipazione alle elezioni amministrative è bassa poiché - lamentano i nazionalisti - i neo-catalani (che sono tanti) non s'interessano alle cose del posto in cui vivono.

Nel corso degli anni ho visto, nel giro dei colleghi, come il progredire dell'autonomia abbia prodotto anche la fine di amicizie, il sospetto tra persone che prima avevano rapporti trasparenti, il moltiplicarsi dei piccoli screzî quotidiani e il diminuire della comunicazione. Uno stato di cose che, per l'appunto, tocca la quotidianità di tante persone obbligate comunque a convivere e che costituisce, mi sembra, un problema di fatto insolubile nella peraltro scoppiettante, ben amministrata, globalizzata Barcellona.

(autore: Nicola)

All'Assemblea Costituente del PD Veltroni annuncia la cadidatura di Antonio Boccuzzi, operaio della Thyssenkrupp sopravvissuto alla tragedia


Naturalmente - che ce lo diciamo a ffa'? - ci sarà chi si precipiterà ad accusarlo di aver puntato fin dall'incidente a un obiettivo simile, rimproverandogli di aver strumentalizzato cinicamente la morte dei suoi compagni per attirare "i riflettori" su di sé e le sue cicatrici; e chi accuserà il PD di strumentalizzare cinicamente lui, le sue cicatrici, la sua semplicità, la sua dignitosa sofferenza...

Io invece dico che il tipo è uno giusto: lucido, capace di esprimersi, consapevolmente critico, fermo nelle proprie convinzioni senza cadere nell'impulsività.

Sarà anche una scelta di facciata: ma... alla faccia della scelta!!!

(autore: sissi)

Non c'entra niente...

...con l'attualità politica, con gli avvenimenti del giorno, con le problematiche del momento. Ma me l'ha ricordata un amico e l'ho trovata una frase che fa riflettere. Sta dentro a un film che ha più di 10 anni, "La scuola" di Daniele Lucchetti, che utilizza materiale tratto da diversi libri di Domenico Starnone. Riferendosi al più bravo del suo corso, il professor Vivaldi (Silvio Orlando) dice: «Astariti non è bravo, è un “primo della classe”. Astariti non c’ha i capelli tagliati alla mohicana, non si veste come il figlio di uno spacciatore, non si mette le scarpe del fratello che puzzano. Astariti è pulito, perfetto. Interrogato, si dispone a lato della cattedra senza libri, senza appunti, senza imbrogli. Ripete la lezione senza pause: tutto quello che mi è uscito di bocca, tutto il fedele rispecchiamento di un anno di lavoro! Alla fine gli metto 8, ma vorrei tagliarmi la gola! Astariti è la dimostrazione vivente che la scuola italiana funziona solo con chi non ne ha bisogno.».

Ecco. Ora che sto scrivendo capisco che il nesso c'è, con le cose di questo periodo: vorrei che il PD riuscisse ad essere una forza politica capace di fare in modo che, nella scuola come nel lavoro, negli ospedali come nei tribunali, in fabbrica e negli uffici, anche gli italiani che non sono "tagliati" per essere i "primi della classe", ottenessero finalmente rispetto, opportunità, "empowerment", realizzazione di sé.

(autore: sissi)

venerdì 15 febbraio 2008

SIAMO LIETI DI APPRENDERE CHE...

...Mastella ha preso la sua decisione, ed ha dichiarato:
«Vado da solo, al centro c'è spazio»




(autore: sissi)

COMUNICAZIONE E POLITICA

Vabbe'. Domani Uòlter presenta il programma del PD: lo ascolteremo-leggeremo-valuteremo. Lo analizzeremo-discuteremo-apprezzeremo-criticheremo-difenderemo.

Intanto fatemi dire che se vogliamo poi, in ultima istanza, tutto sommato, alla fine della fiera, in conclusione DARGLI APPOGGIO e far sapere a tutti che "ci fidiamo di lui" (e magari provare a indurli a fare altrettanto), dobbiamo anche strologarci un po' il cervello per studiare NUOVI MODI per comunicare il nostro assenso, la nostra adesione, la nostra solidarietà, il nostro impegno.

E quanto a comunicazione, questo nostro stanco e spompato popolo di grandi affabulatori, poeti, immaginifici e cantastorie non è che abbia elaborato, ultimamente, tecniche granché efficaci e innovative.

Vi propongo perciò una piccola sfida: perché non proviamo ad inventarci qualcosa di simile a quel che hanno fatto i nostri amati ed ammirati e "guapisimi" cugini spagnoli?

Eccone qua un divertente esempio. E poi, a voi la fatica (e la soddisfazione) di elaborarne un corrispettivo "nostrano".

Vi dico subito che un'idea che potrebbe, forse, venirvi in mente, è già venuta a un mio cyber-amico: guardate qua...

Non male, eh?

Be', adesso... buona spremitura di meningi!

(autore: sissi)

La tassa sul lusso voluta dalla Regione Sarda è stata bocciata dalla Corte Costituzionale



Sono indignata: la c.d. "tassa sul lusso" imposta dalla Regione Autonoma della Sardegna a tutti quelli che nell'isola hanno "una seconda casa ad uso turistico" è stata ritenuta illegittima perché (dice un comunicato della Consulta) crea disuguaglianze fra residenti e non. E allora mi viene da chiedervi: una volta ritirata la tassa sul lusso per le ville super-miliardarie, i loro proprietarî hanno qualcosa di uguale a me? No: il loro ripostiglio in Costa vale più della mia casa.
E poi: perché per andare al mare in Versilia devo pagare 10 euro di ombrellone, 10 di sdraio etc., e tutta la spiaggia, lì, è regolarmente privatizzata?
A questo punto trovo una grande ingiustizia che i Sardi che hanno la seconda casa paghino la tassa e gli altri no.

Come dovrebbero fare i Sardi, visto che sono anche pochi, a incrementare e a migliorare tutti i servizi di cui c'è bisogno? Con quali soldi devono farlo?

(autore: Grazia)

Cura o tortura?

E vogliamo parlare dell'idea di rianimare ad ogni costo i nati sotto le 26 settimane di gestazione, ANCHE CONTRO LA VOLONTA' DEI GENITORI?

Sul sito del Ministero della Salute è stato pubblicato, una decina di giorni fa, il seguente documento, risultato del lavoro di una Commmissione di studio che per quasi un anno ha esaminato la questione dei nati estremamente prematuri.

Lo so che - come mi intimava burbanzoso il povero ranvit - potrei mettere semplicemente il link (¹), e poi il testo, chi vuole, se lo va a leggere: ma penso che alla fine lo fareste in pochi (poche?), certamente meno di quanti/e ci buttano un occhio qui, già che se lo ritrovano bello scodellato da sissi.

Cure ai nati molto pretermine,
il documento del gruppo di esperti riuniti dal Ministro Livia Turco
(4 febbraio 2008)

Il gruppo di lavoro “Cure perinatali nelle età gestazionali estremamente basse (22-25 settimane)”, istituito nell'aprile 2007 dal Ministro della Salute Livia Turco e coordinato dal presidente del Consiglio superiore sanità professor Franco Cuccurullo e dalla dottoressa Maura Cossutta, ha messo a punto un documento conclusivo, trasmesso al Consiglio superiore di sanità impegnato nell’estensione di un parere sulla stessa tematica. Il documento - condiviso all’unanimità dai rappresentanti dell’Iss, delle Società scientifiche e delle associazioni di ginecologia e ostetricia, pediatria, neonatologia, medicina perinatale e medicina legale - ha come finalità quella di contribuire alla definizione di apposite Raccomandazioni rivolte agli operatori sanitari coinvolti nell’assistenza alla gravidanza, al parto e al neonato estremamente pretermine. Nel testo si sottolinea che “nel corso degli ultimi decenni, profondi progressi diagnostico-terapeutici, sia sul versante ostetrico sia su quello neonatale, hanno immesso nell'agire professionale atti clinici che, da eccezionali, sono diventati frequenti. Non è più un fatto straordinario prestare cure mediche al travaglio di parto e al neonato di bassissima età gestazionale. Questa situazione interagisce con la società nel suo complesso e le decisioni ad essa connesse coinvolgono importanti aspetti umani, etici, deontologici, medico-legali, economici ed organizzativi”. Data questa premessa, nel documento si precisa che:
- la prevalenza di nascite in età gestazionali estreme è bassa (meno di 2 casi su 1000 nati vivi); - i lavori scientifici non sono numerosi e non sempre metodologicamente robusti a causa delle diverse modalità di arruolamento delle popolazioni in studio e della lunghezza del
follow-up dei nati;
- la prevalenza di disabilità e di morte varia con l’epoca gestazionale, comportando riflessioni sulle scelte assistenziali più appropriate;
- nella valutazione del neonato, l’età gestazionale è considerata il parametro più indicativo di maturazione.
Per quanto riguarda le modalità di cura e assistenza rispetto alle età gestazionali il documento indica che:
- tra 22+0 e 22+6 settimane “
al neonato devono essere offerte solo le cure compassionevoli, salvo in quei casi, del tutto eccezionali, che mostrassero capacità vitali”;
- tra 23+0 e 23+6 settimane “
quando sussistano condizioni di vitalità, il neonatologo, coinvolgendo i genitori nel processo decisionale, deve attuare adeguata assistenza, che sarà proseguita solo se efficace”;
- tra le 24+0 e 24+6 settimane “
il trattamento intensivo è sempre indicato e va proseguito in relazione alla sua efficacia”;
- a partire dalle 25+0 settimane di età gestazionale vi è elevata probabilità di sopravvivenza, anche se dipendente da cure intensive.
Nelle raccomandazioni che sono suggerite agli operatori sanitari nell’assistenza alla gravidanza, al parto e al neonato estremamente pretermine (22-25 settimane) si precisa che “
ogni decisione deve essere individualizzata e condivisa con i genitori, sulla base delle condizioni cliniche del neonato alla nascita e non può prescindere dalla valutazione dei dati di mortalità e disabilità riportati in letteratura riferiti alla propria area”. Il documento sottolinea che “il neonato non sottoposto a cure intensive, perché considerato non vitale, ha diritto a cure compassionevoli. Deve essere trattato con rispetto, amore e delicatezza. A tali cure è anche candidato il neonato, pur rianimato inizialmente, che non dimostri possibilità di sopravvivenza e per il quale il trattamento venga considerato non efficace ed inutile”. In ogni ambito di decisione, ai genitori deve essere offerto il massimo supporto sul piano psicologico. Per i bambini dimessi dalle terapie intensive si raccomanda inoltre il follow-up almeno fino all’età scolare.

Ve lo immaginate Storace a fare di nuovo il mestiere di Livia Turco? C'è da rabbrividire solo al pensiero...
________________

(¹) Per ulteriori approfondimenti sul tema, vi segnalo, comunque, anche un articolo assai circostanziato pubblicato qui: www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=78312

(autore: sissi)

TROPPO FORTE



sullo stesso sito dove la petizione segnalataci da Manu (¹) ha raccolto in poche ore oltre 1.000 firme, ho trovato quest'altra:

Petizione contro la pillola abortiva (²)


al Presidente della Repubblica
al Presidente del Consiglio dei Ministri
al Ministro della Salute…
al Presidente della Regione Puglia

- premesso che, la pillola abortiva RU486, associata al misoprostol, derivato prostaglandinico induttore della contrattilità uterina, ha causato la morte di 16 donne, di cui 7 per infezione da agente batterico gram positivo anaerobio Clostridium Sordellii, 2 per shock settico da batterio Clostridum Perfringens, 1 da choc cardiovascolare, 1 da gravidanza ectopica, 1 da emorragia massiva, 1 dovuta a porpora trombotica, ed, infine, 3 decessi avvenuti in Gran Bretagna dei quali non si conoscono esattamente né le cause, né, tanto meno, le modalità di somministrazione dei farmaci;
- premesso che, il rischio di mortalità dell’aborto con RU486 è dieci volte superiore rispetto all’aborto effettuato con aspirazione o raschiamento;
- premesso che, lo schema di trattamento farmacologico con mifepristone e prostaglandine nell’ambito di un’interruzione volontaria di gravidanza di tipo medico avrebbe causato, secondo la Food and Drug Administration, ente governativo americano per la regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, circa 950 eventi avversi, tra cui 116 casi di trasfusioni con almeno 15 donne che hanno perso più della metà del sangue, 232 ricoveri ospedalieri, 88 casi di infezioni, 27 gravidanze extrauterine e 9 incidenti quasi mortali, segnalati dal settembre 2000 al 31 marzo 2006;
- considerato che, la procedura abortiva con farmaci abortivi si pone in netto contrasto con le disposizioni contemplate nella Legge 22 maggio 1978, n. 194, recante >, segnatamente con l’articolo 8, il quale prevede l’effettuazione e, quindi, il completamento dell’operazione di Ivg all’interno di una struttura pubblica ospedaliera;
- considerato che, secondo quanto riferito dal quotidiano Secolo XIX il 2 febbraio 2008, la pillola abortiva RU486 potrebbe entrare nel prontuario farmaceutico di tutti gli ospedali italiani il 19 febbraio 2008, giorno in cui sarebbe previsto il via libera da parte dell’Agenzia Italiana per il Farmaco (Aifa) all’utilizzazione del summenzionato medicinale;
- considerato che, la bozza del nuovo piano della salute della Regione Puglia include la possibilità per gli ospedali pugliesi di introdurre il metodo farmacologico con RU486 per le interruzioni di gravidanza;
AZIONE GIOVANI BARLETTA chiede la sospensione immediata dell’iter di approvazione della RU486, in tal guisa da permettere ai tecnici del Ministero della Salute di procedere ad un’analisi più approfondita dei rischi legati alla pillola abortiva, immune da qualsiasi contaminazione di carattere ideologico.

Felice che la pappardella terroristica di cui sopra, dall'11 febbraio scorso, di firme ne abbia raccolte 76 (settantasei), sono lieta di annunciarvi che, evidentemente... dio ESISTE!

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(¹) LIBERADONNA, meritevole raccolta di firme per scuotere la sinistra rispetto ai temi della laicità e di cui, appena superati alcuni problemi tecnici, spero di poter al più presto mettere un banner.

(²) una nota a latere precisa che la petizione è stata creata da (e scritta da) tal Luigi Curci.

(autore: sissi)

COERENZA, CHI ERA COSTEI? (2°)



Saccheggio spudoratamente il sito http://www.altrestorie.org/, ma trovo questo collage di dichiarazioni irresistibile, nella sua concisa ed efficace stigmatizzazione di un certo spirito italico...

Il Cavaliere ha distrutto la Cdl, e ora dovremmo bussare alla sua porta con il cappello in mano e la cenere in testa? Non siamo postulanti. Io tornare all'ovile? Sono il presidente di An, non una pecora”.


Cosi parlava Gianfranco Fini poco più di un mese fa, il 16 dicembre 2007. In quei giorni, dalla fine di novembre in poi, Fini menava come un fabbro sul leader della Cdl: "Riuscirò a farlo ragionare, basterà minacciare di colpirlo sulla riforma delle televisioni. Per lui al primo posto c'è l'interesse personale....

Ed ecco un florilegio di frasi e accuse di quei giorni, quando Fini [...] ululava come un lupo contro il predatore Berlusconi.

16 novembre: “Caro Silvio, adesso voltiamo pagina”, diceva Fini all'alleato dalla prima pagina del Corriere della Sera il 18 novembre, dopo aver sentito il discorso del predellino; poco più avanti: “siamo alle comiche finali”; e ancora: “Berlusconi con me ha chiuso, non pensi di recuperarmi, io al contrario di lui non cambio posizione. Se vuole fare il premier deve fare i conti con me, che ho pure vent'anni di meno. Mica crederà di essere eterno...”. Poi, preveggente: “Lui a Palazzo Chigi non ci tornerà mai. Per farlo ha bisogno del mio voto, ma non lo avrà mai più. Mai. Si faccia appoggiare da Veltroni”.

Per sovrammercato, il 23 novembre, il Secolo d'Italia scrive: “Abbiamo vissuto l'epoca berlusconiana con un certo qual senso di disagio. (...) Le vignette che lo rappresentavano come uno scodinzolante cagnolino intorno a Bush hanno fatto il giro del mondo (...). Non si sottovaluti la portata di queste sue celebri gaffes internazionali”.

Non l'avete trovata una lettura edificante? Certo più di questa immagine, che speriamo di non dover rivedere presto, dal vivo...


(autore: sissi)