domenica 11 maggio 2008
Ho finito le lacrime... ridiamoci su...
martedì 6 maggio 2008
Filastrocca politically uncorrect
venerdì 25 aprile 2008
E INTANTO, NEGLI STATES... OVVERO: IL RISVOLTO RISCHIOSO DELLE PRIMARIE
WASHINGTON - E' diventata ormai una scena alla 'Rocky', la serie di pellicole ambientata proprio in Pennsylvania: due pugili che si pestano a sangue, fino all'ultima stilla di energia, mentre il loro avversario attende sorridendo il match contro il traballante vincitore.
Il duello infinito tra Barack Obama e Hillary Clinton preoccupa sempre più il partito democratico. Il voto della Pennsylvania ha lasciato la vittoriosa Hillary ancora in corsa prolungando una battaglia tra i due senatori democratici rivali che rischia di provocare gravi danni alle speranze del partito di riconquistare la Casa Bianca dopo la partenza di George W. Bush e di battere a novembre il candidato repubblicano già designato, il senatore John McCain. Un aspetto particolarmente allarmante della situazione, per i dirigenti democratici, è il progressivo inasprimento della battaglia tra Hillary e Obama: i due rivali stanno ricorrendo ad attacchi sempre più feroci nel tentativo di infliggere un colpo da KO all'avversario.
Anche il senatore nero, che aveva fatto della promessa di condurre una campagna 'non sporca' uno degli elementi essenziali della sua strategia elettorale, si è lasciato travolgere dalla foga, nella speranza di chiudere la partita in Pennsylvania, imitando la rivale Hillary nella scelta di temi negativi, che mirano più a distruggere l'avversario che a mettere in luce le qualità ed i programmi del candidato. Il risultato è stato quello di far impennare il 'tasso negativo' dei due candidati agli occhi degli elettori democratici, con possibile defezioni in campo repubblicano. Uno sviluppo poco incoraggiante per i democratici. Le risposte date dagli elettori democratici della Pennsylvania, all'uscita dai seggi, hanno fatto suonare un campanello d'allarme nel partito. Il 40 per cento non si fida della Clinton: "non è onesta" e "non merita fiducia".
Ma un altro 30 per cento nutre gli stessi sentimenti per Obama. Ancora più grave: un sostenitore su quattro della Clinton ha già fatto sapere che voterebbe per il repubblicano McCain se il partito democratico dovesse scegliere Obama come candidato alla Casa Bianca. Un 'tradimento' che sarebbe imitato, se fosse scelta invece la Clinton, da un sostenitore di Obama su sei. La sfida tra i due democratici ha messo in risalto, in modo feroce, le debolezze dei rispettivi candidati. Solo il 60 per cento dei cattolici democratici, ad esempio, sono disposti a votare per Obama mentre oltre il 20 per cento darebbe il voto a McCain, nonostante sia un repubblicano. Mentre Obama continua ad essere il favorito (i numeri sono ancora dalla sua parte in termini di voto popolare e di delegati conquistati), gli attacchi feroci di Hillary hanno messo spietatamente in luce i suoi punti deboli tra gli elettori: la classe operaia non lo ama, così come gli anziani, come le donne bianche.
L'immagine di Obama come super-liberal, elitario, condiscendente, arrogante, con la puzza sotto il naso, dai rapporti pericolosi, tutto fumo e niente arrosto, bravo più a promettere che a fare - che la campagna di Hillary ha tratteggiato nelle ultime settimane - è destinata inevitabilmente ad essere ampiamente sfruttata dai repubblicani in autunno, se sarà lui il candidato, agevolando il lavoro della campagna di McCain. E' quello che più temono i dirigenti democratici che vorrebbero trovare un modo per risolvere la sfida tra Hillary e Obama prima possibile. Ma il risultato della Pennsylvania ha reso adesso tutto più difficile: la battaglia infinita continua tra i due 'Rocky' democratici.
mercoledì 23 aprile 2008
IS LEFT UNFIT TO THE FUTURE?
LA SINISTRA È INADATTA AL FUTURO?
Ho voluto parafrasare, nel titolo di queso 3d, la ormai celebre definizione di The Economist riguardo a Berlusconi, indicato dal settimanale britannico come "unfit to lead Italy".
Il video qui sopra è tratto da L'infedele della scorsa settimana, e pone a mio avviso, anche se in modo talvolta al limite della sgradevolezza, questioni che ritengo del tutto pertinenti, oltre che serie e preoccupanti.
Che ne pensate?
martedì 15 aprile 2008
Sul carro dello sconfitto
gli avvenimenti delle ultime 48 ore mi hanno lasciato con l'amaro in bocca, e senza le parole per dargli espressione. Rubo quindi la favella che ho perso ad un nuovo frequentatore del Circolo PDObama che - nel quadro del dibattito "ampio ed articolato" che, naturalmente, si sta sviluppando in quella sede - ha scritto cose che, in gran parte, condivido; e in una forma che, oltretutto, mi è parsa originale.
Caro Walter, ti scrivo.
Ti scrivo per dirti perché non hai vinto.
Non hai vinto perché al Nord tira una brutta aria, certo. Ma anche perché troppa gente a sinistra, invece di cercare di capire davvero il perché, non smette mai di guardare dall'alto in basso la gente semplice che, scontenta, vota Lega, non necessariamente perché sia davvero razzista, xenofoba o liquidabile con altri aggettivi di cui forse non conosce neppure il significato.
Non hai vinto perché hai un partito dove prevalgono i pensionati sui giovani, certo. Ma anche perché non è sufficiente mettere in lista un Calearo e un Colaninno per dimostrare, nei fatti, di aver compreso davvero come gira l'economia al tempo della globalizzazione.
Non hai vinto perché hai sfondato a sinistra e non al centro, certo. Ma anche perché è difficile fare i conti con un elettorato potenziale sempre molto incline a coltivare come una primizia ogni pelo che gli spunta sulla pancia.
Non hai vinto perché il Partito Democratico ha dovuto affrontare le elezioni dopo solo sei mesi di vita, certo. Ma anche perché è arrivato a questo appuntamento con almeno dieci anni di ritardo.
Non hai vinto perché 3,5 milioni di elettori alle primarie non sono sufficienti a vincere le elezioni, certo. Ma anche perché quando, a proposito di primarie, si lancia una lista che si chiama "Innovazione" e poi la si imbottisce in ogni posto utile di sindacalisti della CGIL e affini, si perdono per strada le vere facce nuove.
Non hai vinto perché le novità non si affermano in pochi mesi, certo. Ma anche perché le idee nuove sono state incarnate dai soliti grigissimi funzionari di partito con cui sono state infarcite le liste a livello locale, riservando a loro, in tutte, dietro ai capilista-specchietto per le allodole, i posti sicuri disponibili.
Qualcuno potrà rispondere che la macchina, per arrivare, aveva bisogno di solide ruote su cui camminare. Ha torto. Per arrivare all'obiettivo, occorreva volare. E per volare non servivano ruote, ma ali.
E adesso? Se tu avessi vinto, probabilmente io me ne sarei andato dal partito nel quale sono appena entrato, con il sollievo di non dover invecchiare berlusconiano, ma anche per il disgusto, nel vedere trionfare dentro al partito - ancora una volta - la retorica e le facce di sempre.
Invece hai perso. Abbiamo preso. E quindi, almeno per ora, sto qui. Per vedere se è la volta buona in cui si gira pagina davvero. Si può fare.
Posted by Mario Berlanda on April 15, 2008 at 9:42pm in Partito democratico
giovedì 10 aprile 2008
CAMBIARE SI PUO'
UN PAESE NUOVO. UN PAESE COESO. UN PAESE NORMALE. IL NOSTRO PAESE.
mercoledì 9 aprile 2008
Il deficit in Italia sotto il csx e il cdx
come Prodi ha risanato i conti e come Tremonti li ha sfasciati.
video prodotto da termometropolitico
CHIAMAMI VELTRONI, sarò il tuo Premier!
video artigianale ma godibile, prodotto da "i weltroniani": e se loro concludono con un «daje che se po' ffa'», io ci aggiungo «fusse ca fusse la vorta bbona...»
martedì 8 aprile 2008
PIU' CHIARI DI COSI'...
Tutti i dati riportati sono stati presi da fonti autorevoli come l'Unione Europea, l'OCSE e l'ISTAT e sono consultabili online.
domenica 6 aprile 2008
DEMOCRATIC WEEK: la 111a provincia va alle elezioni
Dopo la grande risposta incontrata dal D-Day, il Partito Democratico potenzia l'iniziativa che ha coinvolto nel tour di Walter Veltroni la "centundicesima provincia", quella abitata dal popolo di Internet.
Il Circolo PD on line “Barack Obama” - la prima sezione Internet del PD che, nata il 16 febbraio scorso, conta già oltre 500 iscritti - ha organizzato, da domenica 6 aprile a venerdì 11, la DEMOCRATIC WEEK: un’intera settimana di mobilitazione sul web.
Basta collegarsi all’indirizzo del sito, http://pdobama.net/, e accedere alla chat, per chiedere informazioni, discutere, proporre suggerimenti e persino dialogare con alcuni candidati.
È già sicura la presenza di bloggers e candidati ampiamente noti al popolo della Rete, come Ivan Scalfarotto (fra i promotori del movimento iMille), Giuseppe (Pippo) Civati, Mario Adinolfi, Simona Milio, Antonio Boccuzzi e Beatrice Biagini, tutti in corsa alla Camera nelle liste del PD.
Scalfarotto sarà in chat mercoledì 9 aprile alle ore 21.00. I giorni e gli orari delle presenze degli altri candidati saranno presto consultabili sul sito. Complessivamente, saranno 6 giorni di presidio ininterrotto, con un canale di chat aperto appositamente.
Durante la DEMOCRATIC WEEK, gli iscritti al Circolo on line “Barack Obama” si alterneranno per fornire notizie sul programma del PD e ascoltare senza pregiudizi gli indecisi. Lo scopo è contribuire a offrire agli elettori gli strumenti per un voto quanto più possibile consapvole e meditato.
Inoltre, il Circolo ha costituito un Archivio, accessibile anche ai semplici visitatori, da cui sarà possibile prelevare strumenti informativi e/o promozionali (video, immagini, documenti ufficiali, testi divulgativi) e in cui siete tutti invitati a proporre ulteriori materiali utili alla "informazione democratica".
Saranno infine inviate, una al giorno, delle newsletter di carattere informativo, prodotte dal Circolo e tese a porre in risalto i caratteri di novità di una forza riformista di massa, capace di rispondere ai bisogni condivisi di settori diversi della società italiana. Contando anche sul passaparola, l’obiettivo è di riuscire ad inviare un milione di e-mail informative.
Riferimenti del Circolo del PD online Barack Obama:
info@pdobama.net
http://www.pdobama.net/
sabato 5 aprile 2008
MARCO GRESELIN: uno di cui sentiremo parlare presto, e a lungo!
domenica 30 marzo 2008
Un autentico bignami degli ultimi trent'anni
sabato 29 marzo 2008
LEZIONE DI ECONOMIA BIS
L'avevo già pubblicata, ma ora è disponibile la versione corredata di audio. Ho creduto opportuno riproporla.
TOPPO FORTE...
SARA' ANCHE «POLITICALLY UNCORRECT»,
MA «AMMEMMAFFATTORÌDE 'NA CIFRA»!
Crostata tricolore
Silvio e le donne "Padrone in casa"
di CONCITA DE GREGORIO
(da La Repubblica, 29-03-2008)
«Un repertorio anni Cinquanta: le donne sono splendide madri, mogli capaci di aspettare e perdonare. Intuitive, diligenti, affidabili. Supporti preziosi. Soprattutto cuoche eccellenti e difatti: «Signore, per i giorni del voto ho una missione speciale per voi: cucinate». Portate dolci agli scrutatori ai seggi. «Cose dolci e squisite, mi raccomando». Crostate, per esempio. Le più ardite possono osare uno strudel. Le più esperte un profiterol. Ovazione in sala: con sguardi indulgenti per la debolezza del capo (si sa che gli uomini vanno presi per la gola, del resto) le signore applaudono intenerite. Cucineranno, se è questo che Silvio vuole.Sono pronte. Toglieranno i bracciali pesanti e gli anelli per impastare. Si comporteranno per quello che sono: regine del focolare. "Le nostre padrone: tra le mura domestiche le padrone siete voi. Fini ed io lo sappiamo bene". Urla di 'bravo Silvio´, sguardi di tenera comprensione e complicità. Ah, gli uomini: che bambinoni. Del tutto incuranti dell´ora e mezza di ritardo con cui Berlusconi si presenta all´appuntamento, niente per la "leggendaria pazienza femminile", le donne del Popolo della libertà accolgono con sventolio di bandiere (solo una della Lega) le consegne che il leader è venuto ad assegnare loro per gli ultimi quindici giorni di campagna elettorale. La missione è chiarissima: convincere le casalinghe d´Italia a votare per lui giacchè, come mostrano i sondaggi-totem, un´alta percentuale di indecisi si annida proprio fra le donne, in specie fra quelle che per amore o per forza lavorano in casa. Il ragionamento che ne consegue è elementare: se dalle donne dipende il risultato è sulle donne che bisogna puntare. "Rassicurarle, tranquillizzarle", tutti verbi così, consolatori e docili. Alcuni consigli pratici: convincete tutte quelle che potete a non votare i piccoli partiti e specialmente Udc "che tanto sono voti regalati alla sinistra, al Senato sono proprio voti persi perché tanto nessuno raggiungerà l´otto per cento". Ma non voglio stancarvi con questioni tecniche, si premura paterno Berlusconi. Piuttosto: andate a vigilare ai seggi "perché il pericolo di brogli è altissimo, sono un´antica professionalità della sinistra". Voi dovete procacciare il cibo agli scrutatori. "Noi allestiremo un servizio catering ma voi potete fare di meglio". Forza quindi: cucinate. Si dipana da qui un fenomenale estratto in pillole del pensiero di Berlusconi sul senso della presenza femminile in politica, nella società e nella vita. Premette che gli hanno "raccomandato di non far battute sulle donne" (persino Bossi: "meglio che di donne Silvio non parli"). Uno sforzo vistoso, la tentazione della battuta è irresistibile: "Vedo che c´è una delegazione dell´Alitalia. Scusate ma preferisco le donne". Pazienza, andiamo avanti. Si parte dalle inspiegabili virgolette messe nel titolo della manifestazione: "Donne" per l´Italia. Solo la parola donne è fra apici. "Le virgolette sono mie", proclama orgoglioso il leader. E dunque? Che significa? "Donna, come voi sapete, deriva dal latino domina: padrona. Dunque donne come padrone: padrone per l´Italia". Brusio di confusa approvazione. "Quando voi entrate nel vostro dominio, nella casa, noi uomini diventiamo sudditi". Il vostro dominio: la casa. "Voi siete le nostre padrone, fra le mura domestiche". Che soddisfazione. "Vi assicuro che quando torno a casa sono le mie donne a comandare". Risate, qualche "esagerato". Ma no, dice sul serio. Ecco un elenco di pregi femminili: "Voi arrivate alle soluzioni per istinto". Ecco, le donne sono l´istinto gli uomini la ragione. "Voi siete più brave a scuola", precise nello svolgere i compiti, "siete più affidabili in ufficio", efficienti ad eseguire. "Siete più coraggiose nella vita", sempre per via dell´istinto evidentemente e della naturale inclinazione a difendere la prole. "Sapete dare un apporto di concretezza e sensibilità". Un apporto. Per tutti questi motivi "ho deciso che nel nuovo governo quattro ministri su dodici saranno donne". Un terzo: non un grande avanzamento. Nessun cenno alle attività individuate come idonee per le ministre. Cucinare al governo non serve. In prima fila proprio sotto il palco Mara Carfagna maestra di cerimonie. Berlusconi le si rivolge soave: "Sono venuto qui ad eseguire il compito che Mara mi ha assegnato, è lei la padrona. Mi ha chiesto di spiegarvi che cosa dovete dire per convincere gli indecisi". Un capolavoro: obbedisco all´ordine di dirvi cosa dovete dire. Segue breve spiegazione semplificata del funzionamento del sistema elettorale. Esecrazione dell´"idiota legge sulla par condicio" che impedisce alla politica di fare il suo corso naturale, qui illustrato come quello della Coca Cola: "La Coca Cola ha il 35 per cento di mercato delle bevande gassate e investe il 35 per cento in pubblicità. Un aumento di 5 punti di pubblicità - share of voice - per tre mesi porta un punto in più di vendite. Con la propaganda politica è uguale, purtroppo ci impediscono di farlo". Share of voice suscita in platea un momento di smarrimento ma il senso della missione è lampante: "Chi sa far la spesa meglio di voi? Chi sa meglio di una casalinga quanto conti un consiglio di consumo dato a voce?". Andate, dunque, e siate operose. Valido supporto. Diligenti cuoche sopraffine.»
(L'articolo era troppo gustoso per non copiaincollarvelo qui! Tuttavia -sia detto per inciso- con me Silvio cascherebbe dimolto ma dimolto male: l'unico dolce che mi riesce è il salame di cioccolato!!!)
(autore: Roby)
venerdì 28 marzo 2008
Oddìo, ma lo sapevate, voi, che la Rai è in mano ai comunisti???
Rimane irrisolto il mistero di cui sopra: di dove tragga, Berlusconi, la smisurata forza necessaria per mentire in serie, a raffica, a gogò. E farlo, per giunta, accusando gli altri del suo stesso conclamato vizio – mentire – con una quasi diabolica capacità di rovesciare la propria colpa sulle vittime, tal quali il lupo e l’agnello in Esopo. Guardate che non è facile, per una persona normale, anche se astuta, anche se in malafede, reggere il peso della menzogna totale, della menzogna a vita. E dunque, si deve concludere che normale Berlusconi non è. È certamente eccezionale. Ed è proprio questo genere di eccezionalità, che per alcuni è ammirevole abilità nel fregare gli altri, per altri disgustosa disonestà civile, che spacca in due l’Italia, e continuerà a spaccarla fino a che lui sarà in scena. Con buona pace dei "terzisti" e dei neutrali, o si è con lui o contro di lui.
giovedì 27 marzo 2008
GIOCO, MAÀNCHE NO...
Chevvelodicoaffa'? sono sostanzialmente risultata come una sottiletta appiattita su Uòlter, ahilùi... appena appena un po' più progressista e una 'nticchia più laica... ma anche questo,chevvelodicoaffa'???
martedì 25 marzo 2008
Da oggi in edicola
venerdì 21 marzo 2008
Una semplice e istruttiva lezione di ECONOMIA
questa presentazione in Power point è scaricabile qui
Un grazie di cuore a fadi, marco, paolo e salvatore, i "4 gatti della LSE"
per la serie RIPARLIAMONE, l'ultimo capolavoro di Cortellesi
mercoledì 19 marzo 2008
Ingerenze indigeste
O magari un' opinione di Padoa Schioppa o di Tremonti sulla gestione economica dello stato vaticano, con qualche dritta su come aumentare ulteriormente gli utili, tagliando gli stipendi di quei "bamboccioni" delle guardie svizzere.
Oppure ancora, sempre in tema di esercito papale, perchè non sollecitare il parere di Armani circa l'opportunità di svecchiarne un tantino l'uniforme, ormai piuttosto stantìa sebbene disegnata da Michelangelo?
Fiduciosa di poter leggere presto notizie del genere, porgo a voi tutti i miei più affettuosi saluti, unitamente alla mia più materna benedizione.
(autore: Roby)
lunedì 17 marzo 2008
VOTE THE FLAME FOR ME
Santanchè as Rita
domenica 16 marzo 2008
Ipocrisia e difesa della 194
L’ipocrisia di chi tuona contro la prostituzione non perché esiste, ma perché si vede; di chi fa obiezione di coscienza non contro l’aborto, ma contro la sua gratuità.
Sono sempre loro, uomini bianchi, benestanti, benpensanti, pii, con un’immagine pubblica irreprensibile, mogli ben truccate e figli bravi a scuola. Il governatore si inserisce nel filone da avanspettacolo in cui è caduto anche l’onorevole Mele, vizi privati e pubbliche virtù, inevitabilmente suscitando risatine più o meno represse (dopotutto un tale capitombolo giù per i gradini della scala sociale è degno di Paperissima).
La vicenda del medico non fa ridere per niente, ha tinte drammatiche e odora di sangue. L’aborto, rifiutato alle donne normali, quelle che si rivolgono alle strutture pubbliche (e da cui capita anche di essere respinte, per la drammatica mancanza di ginecologi non obiettori), è praticato negli studi privati, su donne che provengono dagli ambienti giusti, che tacciono e pagano. La coscienza, tanto solerte negli ospedali pubblici, non apre la porta degli ambulatori privati, forse intimidita dalle laute parcelle. La sacralità della vita, valore pubblicamente intangibile, sfuma allora in compiacenti compromessi.
Le donne, vittime - perché il corpo è il loro - e complici - per paura dello scandalo, per diffidenza verso le strutture pubbliche, per pavidità - intrecciano la loro ipocrisia con quella dell’uomo che sulle pubbliche condanne costruisce la sua fortuna privata.
Non ci potrebbe essere storia più esemplare in difesa della 194, che combatte l’aborto, ma soprattutto l’aborto clandestino. Non ci potrebbe essere occasione migliore per gli inquirenti, di verificare cosa accade negli studi privati dei più probi obiettori di coscienza. Non ci potrebbe essere occasione migliore per rivedere le norme che regolano l’obiezione di coscienza, impedendo che vi siano ospedali dove la 194 non è applicata.
E non ci potrebbe essere occasione migliore per rompere la cappa di ipocrisia che chiama “difesa della vita” la difesa di meno nobili interessi.
MARCIA DIGITALE PER IL TIBET
venerdì 14 marzo 2008
Cuore di mamma
chi le scrive è una mamma, sicura che lei -così sensibile e attento ai problemi delle famiglie italiane- vorrà prestare orecchio all'appello di una genitrice in pena. L'oggetto delle mie preoccupazioni, esimio cavaliere, è mia figlia F., un fiore di ragazza (mi creda) che quest'estate compirà 19 anni poco dopo aver conseguito -come tante sue coetanee- il sospirato diploma di scuola superiore. Ora io mi chiedo, angosciata: E DOPO? Quale sarà il destino di questa figliuola, bella, brava e intelligente, nella giungla della società italiana contemporanea, fra precariato, lavoro nero, disoccupazione e sotto-occupazione??? Attanagliata da tali terribili dubbi, seguivo distrattamente il TG2 , qualche sera fa, quando d'improvviso mi è apparso LEI, circonfuso di un'aura salvifica ed ineffabile: LEI che, con serafica sicurezza, ha fugato le mie paure attraverso la risposta -calzante e adeguata come poche- data alla giovane precaria che aveva di fronte. Ecco l'uovo di Colombo, ecco la soluzione che attendevo per la carne della mia carne: TROVARLE UN MARITO RICCO !!!
E visto che il suo Luigino, caro presidente, non è niente male ed ha più o meno l'età giusta... che ne dice, possiamo combinare? Le mando una foto a figura intera della mia F.? O le bastano un primo piano e le misure seno-vita-bacino? Mi dica lei, mi faccia sapere. E grazie, grazie ancora di cuore.
Dal cuore di una mamma.
(autore: Roby)
mercoledì 12 marzo 2008
Si scopron le tombe, si levano i morti...
Appunto per questo, la notizia della riesumazione della salma di Padre Pio, strombazzata su tutti i media, sia cartacei che via etere o internet, mi ha particolarmente, profondamente e decisamente infastidito. Se poi aggiungiamo la seraficità con cui sono forniti particolari macabri circa lo stato del cranio (scheletrito nella parte alta, intatto in quella inferiore, barba compresa) e l'aspetto di braccia e mani (unghie perfette "come avesse appena fatto la manicure" -sic-), il fastidio diventa addirittura disagio fisico: e quando infine sento annunciare con somma letizia da parte di ambienti ecclesiastici che il corpo (o quel che ne resta) verrà esposto alla venerazione dei fedeli.... beh, allora devo correre in bagno a tutta velocità, sopraffatta dalla nausea.
Credetemi, negli ultimi diciotto mesi ho seppellito tre parenti stretti, e in questo momento sta per andarsene un quarto: ma -per quanto io li abbia amati- la sola idea di smurare il loculo ed estrarre i loro resti per "ammirarli" mi farebbe scappare a gambe levate. Almeno per adesso, quando i miei femori sono ancora ben fissati al bacino, e il midollo delle mie ossa -benchè minate dall'osteopenia menopausale- non è ancora divenuto cibo per vermi.
(autore: Roby)
QUESTI LI HO FATTI IO!
martedì 11 marzo 2008
badly done thing (trad.: ROBA DA CHIODI...)
dal sito http://www.goliardemocratici.org/
PER ALLEGGERIRE UN PO' IL CLIMA, FATEVE DU' RISATE...
(lo so, LO SO che Uòlter non vuole la demonizzazione dell'avversario... ma era troppo carina!)
lunedì 10 marzo 2008
Le chiavi del regno
Ebbene, ecco qua: Sissi mi ha consegnato le chiavi di casa, mi ha indicato dove stanno stracci e scope, mi ha mostrato le piantine da innaffiare in terrazza... e poi mi ha mollato, con un affettuosissimo "E adesso arrangiati!".
Oddio, che responsabilità! Mentre la nostra tostisSISSIma continua a percorrere il meritato cursus honorum nel circolo PD on-line, io sto qui a spolverarle i mobili e a dar da mangiare alla tartaruga, lambiccandomi nel contempo il cervello per trovare qualcosa di intelligente da scrivere in sua assenza, onde far bella figura al suo ritorno.
Certo, tra programmi stracciati in pubblico, fiere rivendicazioni della propria fede fascista, avvilite dichiarazioni di ex-guardasigilli caduti in disgrazia e riesumazioni di salme eccellenti (alludo a Padre Pio, non al simbolo della DC) di materiale ne avrei in abbondanza.
Se solo sapessi da dove cominciare...
...Di' un po', computer: potresti mica darmi un aiutino?
(autore: Roby)
domenica 9 marzo 2008
La tostissima 58enne vi saluta per un po'...
Il fatto è che, da quando mi sono iscritta al "Circolo del PD on line Barack Obama", non ho più neanche il fiato per respirare...
L'unica consolazione per aver trascurato (e dover continuare a trascurare!) questo blog, è che lì mi sento utile, e mi pare di star facendo anche un discreto lavoro: guardate, per esempio, cosa si dice della sottoscritta (e non me lo invento, mi è stato confermato in redazione che la frase riguarda proprio me...) in un articolo pubblicato ieri sul blog del PDObama...
Bon. A presto, ragazze e ragazzi... e, naturalmente, se avete voglia di usare questo spazio per continuare a scrivere qualcosa voi, fate pure: questa rimane CASA VOSTRA!
P.S.
Chiederò a Roby se vuole, per un po', che le faccia una copia delle chiavi di casa... spero proprio che accetti!
P.P.S.
Sapete che lì ci ho trovato mezza Suez?!?! non solo Manu e Lodes, ma perfino...ranvit!
mercoledì 5 marzo 2008
Obama: "Sì, la storia siamo noi"
di Khaled Fouad Allam
[Articolo tratto dal sito del PD - MAGAZINE - 29 febbraio 2008]
Si è scritto molto e si scriverà ancora per molto tempo sulle attuali elezioni americane e sulla figura di Barack Obama; ma pochi hanno rapportato queste elezioni a ciò che sta vivendo l’Europa in generale e il nostro paese in particolare. Mi ricordo ancora come, quando circa vent’anni fa arrivai in Italia, come questo paese fosse ancora monoetnico, e come all’inizio degli anni ’90 l’immagine della nave che sbarcava in Puglia carica di profughi albanesi annunciasse una rottura nella storia, l’ingresso in una nuova fase.
Due momenti hanno segnato la storia del mondo negli ultimi anni: la caduta del muro di Berlino nel 1989 e l’attentato dell’11 settembre 2001 alle Twin Towers di New York. Questi due momenti hanno un punto in comune: entrambi pongono, anche se in modi molto diversi, il problema del rapporto fra cultura, identità e territorio. Quali sono i rapporti che questi elementi intrattengono oggi fra loro, mentre il mondo è attraversato da conflitti, guerre, razzismo, xenofobia, antisemitismo? Quale immagine della società ne emerge, quale elemento in comune fra Vienna, Roma, Parigi e Francoforte? Qualcuno dirà che il problema è l’islam, con la sua virulenza e la sua problematicità; io ritengo invece che si tratti semplicemente del rapporto fra uomo e democrazia. E forse oggi, molto più che all’epoca di Alexis de Tocqueville, è nel mondo americano che si inventano e si sperimentano le forze culturali, sociali e politiche di domani.
Si è visto in questi anni come di fronte alla questione dell’islam, visto unicamente nella prospettiva della guerra delle culture o del politically correct, molti si sono affrettati ad affermare la fine del modello americano di integrazione o la crisi della società multiculturale: come se il multiculturalismo fosse una filosofia, un sapere definito, e non una prassi, un itinerario, un’esperienza di vita. Lo stesso Obama è un prodotto della società multiculturale, dell’incontro di due persone che si sono amate, e le cui strade poi si sono separate. L’opinione pubblica tende spesso a interpretare la fine dei legami fra persone di etnia e fede diversa come prodotto di una guerra delle culture; ma è un ragionamento scorretto, perché la vita di una coppia è ben più e altro da ciò che possono essere i rapporti fra islam e occidente. Quanti Obama vivono nel nostro paese e in Europa, quanti ancora dovranno affrontare il dramma di una società che perde di vista l’uomo perché si affida a icone culturali? Si dovrebbe ricordare sempre che nessuna cultura ha le carte in regola per l’umanità.
La corsa alla presidenza americana di Barack Obama, questo prodotto della società multiculturale, ci spinge a riflettere, a tornare all’essenzialità delle cose e della vita. Lui può parlare di Gesù o del Corano, della cultura di suo padre o di quella di sua madre, ma ciò che davvero conta è il suo sentirsi americano, il suo esprimere una “fede civile”, al di là degli itinerari che ha percorso, delle lotte che ha intrapreso, delle sconfitte e delle sofferenze. C’è qualcosa di inedito in questo momento americano: è l’uomo che esce libero dalle gabbie etniche in cui la guerra delle culture l’aveva intrappolato, e dove molti come me si sono trovati sfiancati dal peso della discriminazione. Certo, oggi conosciamo il grande rischio dei fondamentalismi, il problema della sicurezza; ma questo non può essere un discorso che riguarda solo noi, immigrati e minoranze, perché è una lotta che riguarda tutti.
La sera, tornando a casa, ho ripensato a quell’ultima giornata in Parlamento; e come la pellicola di un film che scorre velocemente, ho rivisto gli episodi salienti della mia vita, le sfide e le battaglie vinte. Sono scoppiato in lacrime pensando alla difficoltà di vivere, alla ricerca della dignità, alla solitudine di tanti esseri umani che lottano per la loro integrazione. E mentre piangevo come un bambino di dieci anni, mi ricordai le parole del filosofo Al Tawhidi: “L’uomo è un problema per l’uomo”.
Riportata all’Italia, l’esperienza di Obama annuncia nuovi passaggi a venire, passaggi difficili ma ineluttabili. Giovedì scorso, mentre il sipario si chiudeva su questa esperienza legislativa, le ultime parole che ho pronunciato intendevano andare in questo senso: con l’ingresso in Parlamento di persone di origini e fedi diverse, si è scritta una pagina di storia del nostro paese, anche se molti non ne hanno misurato l’importanza. Come esprimere la nostra nuova italianità provenendo da orizzonti e itinerari diversi? E’ difficile, è una lotta quotidiana: e oggi è come trovarsi su un ponte che qualcuno è pronto a far crollare. Ma noi facciamo da battistrada; e forse domani qualcuno con un nome che risuona da antiche civiltà farà come Obama, esprimendo la sua fede civica nell’Italia, nella Francia o nella Germania.
Ma in Obama non c’è solo l’anticipazione di qualcosa a venire, perchè la sua candidatura porta in sé la necessità di una risposta a due pesanti quesiti del mondo contemporaneo. La nuova utopia che anima le democrazie contemporanee non è più unicamente incentrata nella realizzazione dell’uguaglianza economica, che era il cuore delle passioni politiche del ‘900; ma è piuttosto una combinazione fra la questione della diversità umana in tutti i suoi aspetti e la necessità dell’applicazione immediata dei diritti dell’uomo. E’ come se la democrazia richiedesse di inventare una nuova e più larga democrazia; e alla fine è sempre la questione democratica quella che si trova al centro della storia.
martedì 4 marzo 2008
LE RISPOSTE AI VOSTRI INTERROGATIVI (o a quelli del vostro idraulico)
Mentre la vostra sissi sottrae tempo ed energie alla sua blog-creatura, per arrabattarsi con tabelle e grafici e rendere comprensibili, fruibili, propagandabili le idee del PD in materia di risanamento della finanza pubblica, di incentivi alla crescita, di miglioramento della capacità di spesa delle famiglie, i ggggiovani l'hanno battuta sul tempo...
Ma siccome sono democratica, laica ed obiettiva (o almeno provo ad esserlo!), rendo onore al merito e metto a vostra disposizione il link con il dinamico sito dei wolontari del PD e, in particolare, con la loro sezione delle "FAQ per convincere gli indecisi".
A me sembra ben fatto. Prevedono di rispondere a 50 domande, e sono arrivati a pubblicare la risposta n° 5. Chi ha colleghi, parenti, amici, compagni di viaggio, parrucchiere o colf da indurre ad andare alle urne e a mettere la propria crocetta sul nostro bel simbolo, è servito di barba e capelli....
E dunque: buona attività di proselitismo! Ricordatevi sempre che ogni voto guadagnato è una conquista, ragazzi... e damose da fa'...
(autore: sissi)
sabato 1 marzo 2008
LE RICETTE PER SUPERARE LA CRISI - 1
La detassazione dei redditi deve essere significativa per influenzare i comportamenti di famiglie e imprese, stimolando l’offerta di lavoro e gli investimenti. Tagli minimali alle imposte non servono a nulla, se non a disorientare ulteriormente gli italiani, che si sentono raggirati ogni qualvolta ci sono ritocchi al sistema impositivo. Una riduzione significativa e sostenibile delle imposte deve però essere inquadrata all’interno di un programma economico che coniughi crescita e stabilizzazione fiscale.
PERCHÉ NON SIANO LE SOLITE PROMESSE DA MARINAIO
Ovviamente questa politica impone un vincolo stringente alla spesa pubblica di cui è necessario essere consci. Ma non è un vincolo irrealistico: lo dimostrano i primi dati sull’andamento della spesa nell’ultimo anno. Riallocazioni di spesa da un capitolo all’altro sarebbero non solo possibili, ma anche desiderabili. Come pure possibili sono rivisitazioni dei meccanismi di determinazione dei salari dei dipendenti pubblici (la grossa componente della spesa) in modo da premiare chi lavora di più e meglio.
- seguire il suo esempio e inondare la Società di lettere simili?
- contribuire a far conoscere l'episodio?
- "maànche" seguire il suggerimento di Massimo e non mettere (e non far mettere) piede in quei supermercati?
Intanto, ecco la lettera:
Mi chiamo Massimo Marnetto e sono uno dei tanti cittadini rimasti sconcertati a causa dei maltrattamenti subiti da una lavoratrice della vostra Azienda.
Un episodio così incivile - come impedire una pausa bagno ad una cassiera fino a provocarle incontinenza - richiede una pubblica presa di distanze da parte della vostra Azienda rispetto a chi ha umiliato così gravemente la vostra dipendente.
Fino a quando [una vostra] dichiarazione [in tal senso] non sarà resa nota, io e i miei amici chiederemo a tutti i nostri contatti su internet - moltissimi in tutta Italia - di non fare più la spesa nei vostri punti vendita.
Credo che riparare l'oltraggio subito da questa lavoratrice - particolarmente indifesa in quanto extracomunitaria - non sia solo una questione sindacale, ma un atto di affermazione dei valori consolidati di civile convivenza. E, per questo, patrimonio di tutti.
Spero vivamente in una vostra pronta e positiva reazione e vi porgo i saluti miei e delle tanti persone che stanno seguendo questa vicenda.
Massimo Marnetto
(autore: sissi)
AL DIAVOLO NON IMPORTA SE TI FAI IL BAGNO NELL'ACQUA SANTA, MA L'ACQUA SANTA PRETENDE CHE TU TI FACCIA ALMENO LA DOCCIA CON LEI... ;o))
venerdì 29 febbraio 2008
Dedicato agli ignoranti
«La parola laico viene dal greco λαικός (laikós) - uno del popolo, dalla radice λαός (laós) - popolo. Il termine ebbe in origine un uso esclusivamente religioso: riferendosi ai fedeli di una religione, veniva usato (e, nel suo senso proprio, viene usato tuttora) per indicare colui che, pur professando un dato culto, non è appartenente alla gerarchia del suo clero. L'insieme dei fedeli laici è detto laicato. Nella Chiesa cattolica si utilizza la denominazione di laico anche per gli appartenenti ad istituti di vita consacrata che non sono presbiteri: cioè per coloro che, pur essendo monaci non hanno ricevuto l'ordinazione sacerdotale. Recentemente il termine laico sta passando ad assumere il significato di "non credente", e quindi agnostico o ateo, benché quest'uso, non registrato dai dizionari, sia errato. Attualmente è usato spesso per indicare una persona che si ispira ai valori del laicismo o che si ritiene propugnatrice della laicità dello stato; "laico" è usato in opposizione a clericale (questo ultimo termine ha un significato spregiativo). Negli ultimi anni è invalso l'uso del termine spregiativo laicista con un significato simile e opposto a clericale per indicare persone che si autodefiniscono "laiche" e si comportano come anticlericali. Per estensione, il termine laico viene usato nel contesto di professioni specializzate per riferirsi a chi non pratica la stessa professione.»
Insomma, un laico può essere credente e praticante tanto quanto un cattolico, a volte forse di più. Ma tu guarda dove si può arrivare con i giochi di parole...
(autore: Roby)
LAICO: SE LO CONOSCI, LO EVITI
giovedì 28 febbraio 2008
MA LA VOGLIAMO FINIRE UNA BUONA VOLTA...
Con una insidiosissima abitudine: quella di contrapporre sempre, nelle discussioni circa le "due anime" del PD, LAICI e CATTOLICI. E per chiarire meglio il mio pensiero, devo fare una premessa.
La premessa, è che io la vedo così: "meglio qualche teo-dem in casa - da ridurre, nei limiti del possibile, a più miti consigli - che una manica di teo-dem scatenati alla porta"...
Infatti:
- che siamo in Italia (purtroppo?) non ce lo si puo' scordare;
- che non sia ipotizzabile che la longa manus delle gerarchie ecclesiastiche non si faccia sentire, nemmeno;
- che però all'interno di quelle stesse gerarchie non ci sia una totale omogeneità di intenti, neanche...
quindi spero ancora (fino a prova contraria) che la strategia di WV - e dei suoi più vicini collaboratori - verso i teo-dem modello-Binetti sia la più corretta ed efficace: equilibrarne il peso con dosi graduali (somministrate serenamente e pacatamente) di laicità crescente...
E dunque, vorrei tanto che chi si occupa di questi temi ponesse una maggiore attenzione all'uso dei termini: perché la distinzione che solitamente viene operata dai mass-media (e purtroppo anche da tantissimi esponenti politici, della sinistra come del PD stesso) non dovrebbe mai essere tra LAICI e CATTOLICI, bensì tra LAICI e CONFESSIONALI (o INTEGRALISTI, o FONDAMENTALISTI). Mai come in questo caso, infatti, bisognerebbe ricordarsi che la forma E' sostanza.
Se si sapesse DAVVERO, e si fosse davvero introiettato, cosa vuol dire LAICO, si sarebbe anche conspevoli che si può benissimo concepire che sia laico anche un cattolico: Prodi, Franceschini, Bindi ne sono, in forme e misure diverse, alcuni esempi. Continuare a contrapporre i CATTOLICI tout-court ai LAICI, non mi pare renda un gran servizio alla chiarificazione dei temini della questione, e credo non faciliti neanche il superamento del conflitto; e, per giunta, ritengo che metta anche in qualche imbarazzo i cattolici-laici, che possono, con qualche ragione, sentirsi forzosamente e scorrettamente accomunati a comportamenti a loro estranei e che, anzi, ci stanno aiutando a combattere.
(autore: sissi)
mercoledì 27 febbraio 2008
PER NOI, I GIOVANI
Caro Veltroni,
apprendiamo oggi venerdì 22 febbraio la scelta di candidare Marianna Madia, 27 anni, come capolista del Pd nella Circoscrizione Lazio 1 della Camera.
È una notizia positiva, perché sancisce che in politica la giovane età non è un handicap, ma un'opportunità.
Non conosciamo Marianna, ma non abbiamo alcun motivo di dubitare delle sue qualità e del suo profilo politico.
La sosterremo con convinzione, insieme a tutta la lista del Partito Democratico.
Non contestiamo neanche il criterio con cui è stata scelta, che, come apprendiamo dagli organi di informazione, risiede in una vostra conoscenza personale e quindi, immaginiamo, in un rapporto di stima e fiducia reciproca.
È prerogativa di un leader politico indicare nelle liste compagne e compagni, o anche personalità estranee al partito, di sua fiducia, al fine di sostenere la propria linea politica.
Tuttavia ti chiediamo di non fermarti e di garantire nelle liste del Pd, in posizione di eleggibilità, la presenza di giovani provenienti dalle esperienze di impegno politico generazionale, che abbiano esperienza di lotta e costruzione del consenso.
Non te lo chiediamo per tutelare gli interessi di qualcuno, ma affinché ai molti giovani che hanno partecipato alla creazione del Pd, nonché ai molti che vogliamo vi si uniscano in futuro, giunga il messaggio: "organizzatevi, lottate, partecipate e la vostra voce avrà un peso", non "abbiate le giuste conoscenze".
Sappiamo che far eleggere giovani completamente autonomi è un rischio per un leader politico, ma siamo sicuri che avrai in questo lo stesso coraggio che hai dimostrato di fronte a ben altre sfide.
I tuoi compagni giovani e democratici
(autore: sissi)