martedì 15 aprile 2008

Sul carro dello sconfitto

Cari 12 lettori e ½,
gli avvenimenti delle ultime 48 ore mi hanno lasciato con l'amaro in bocca, e senza le parole per dargli espressione. Rubo quindi la favella che ho perso ad un nuovo frequentatore del Circolo PDObama che - nel quadro del dibattito "ampio ed articolato" che, naturalmente, si sta sviluppando in quella sede - ha scritto cose che, in gran parte, condivido; e in una forma che, oltretutto, mi è parsa originale.

Caro Walter, ti scrivo.
Ti scrivo per dirti perché non hai vinto.


Non hai vinto perché al Nord tira una brutta aria, certo. Ma anche perché troppa gente a sinistra, invece di cercare di capire davvero il perché, non smette mai di guardare dall'alto in basso la gente semplice che, scontenta, vota Lega, non necessariamente perché sia davvero razzista, xenofoba o liquidabile con altri aggettivi di cui forse non conosce neppure il significato.


Non hai vinto perché hai un partito dove prevalgono i pensionati sui giovani, certo. Ma anche perché non è sufficiente mettere in lista un Calearo e un Colaninno per dimostrare, nei fatti, di aver compreso davvero come gira l'economia al tempo della globalizzazione.


Non hai vinto perché hai sfondato a sinistra e non al centro, certo. Ma anche perché è difficile fare i conti con un elettorato potenziale sempre molto incline a coltivare come una primizia ogni pelo che gli spunta sulla pancia.


Non hai vinto perché il Partito Democratico ha dovuto affrontare le elezioni dopo solo sei mesi di vita, certo. Ma anche perché è arrivato a questo appuntamento con almeno dieci anni di ritardo.


Non hai vinto perché 3,5 milioni di elettori alle primarie non sono sufficienti a vincere le elezioni, certo. Ma anche perché quando, a proposito di primarie, si lancia una lista che si chiama "Innovazione" e poi la si imbottisce in ogni posto utile di sindacalisti della CGIL e affini, si perdono per strada le vere facce nuove.


Non hai vinto perché le novità non si affermano in pochi mesi, certo. Ma anche perché le idee nuove sono state incarnate dai soliti grigissimi funzionari di partito con cui sono state infarcite le liste a livello locale, riservando a loro, in tutte, dietro ai capilista-specchietto per le allodole, i posti sicuri disponibili.


Qualcuno potrà rispondere che la macchina, per arrivare, aveva bisogno di solide ruote su cui camminare. Ha torto. Per arrivare all'obiettivo, occorreva volare. E per volare non servivano ruote, ma ali.


E adesso? Se tu avessi vinto, probabilmente io me ne sarei andato dal partito nel quale sono appena entrato, con il sollievo di non dover invecchiare berlusconiano, ma anche per il disgusto, nel vedere trionfare dentro al partito - ancora una volta - la retorica e le facce di sempre.

Invece hai perso. Abbiamo preso. E quindi, almeno per ora, sto qui. Per vedere se è la volta buona in cui si gira pagina davvero. Si può fare.

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Mario Berlanda on April 15, 2008 at 9:42pm in Partito democratico

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sì, stiamo qui, perché questo è proprio il momento per andare avanti con maggiore impegno... se abbiamo creduto in questo progetto sinora, a maggior ragione si deve tentare ancora.

Grazie per il saluto e l'accoglienza. "S" sta per Simona... sono stata effettivamente un po' troppo sintetica ;)

A presto!