mercoledì 12 marzo 2008

Si scopron le tombe, si levano i morti...


Lo so, parlare di tombe e di morti induce istantaneamente i presenti a fare gli scongiuri, tastarsi i gioielli di famiglia o strofinare i più vari amuleti. D'altra parte, è lapalissiano ricordare che la morte fa parte della vita, e che 'a livella del principe Totò De Curtis -prima o poi- ci aspetta tutti. Io, funereamente parlando, sono una convinta sostenitrice dei foscoliani Sepolcri, meritevoli - a mio parere- di mantenere una sorta di filo diretto fra l'aldilà e l'aldiqua. Nei loro confortevoli loculi, i nostri cari estinti hanno tutto il diritto di riposare tranquilli e indisturbati, lasciando noi vivi ad arrabattarci fra le miserie del mondo mentre loro, beati, dormono il sonno eterno.
Appunto per questo, la notizia della riesumazione della salma di Padre Pio, strombazzata su tutti i media, sia cartacei che via etere o internet, mi ha particolarmente, profondamente e decisamente infastidito. Se poi aggiungiamo la seraficità con cui sono forniti particolari macabri circa lo stato del cranio (scheletrito nella parte alta, intatto in quella inferiore, barba compresa) e l'aspetto di braccia e mani (unghie perfette "come avesse appena fatto la manicure" -sic-), il fastidio diventa addirittura disagio fisico: e quando infine sento annunciare con somma letizia da parte di ambienti ecclesiastici che il corpo (o quel che ne resta) verrà esposto alla venerazione dei fedeli.... beh, allora devo correre in bagno a tutta velocità, sopraffatta dalla nausea.
Credetemi, negli ultimi diciotto mesi ho seppellito tre parenti stretti, e in questo momento sta per andarsene un quarto: ma -per quanto io li abbia amati- la sola idea di smurare il loculo ed estrarre i loro resti per "ammirarli" mi farebbe scappare a gambe levate. Almeno per adesso, quando i miei femori sono ancora ben fissati al bacino, e il midollo delle mie ossa -benchè minate dall'osteopenia menopausale- non è ancora divenuto cibo per vermi.

(autore: Roby)

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