mercoledì 20 febbraio 2008

Era meglio un tamagochi...



In questi due giorni non ho trovato nulla su cui mi venisse qualcosa di significativo da scrivere, o su cui industriarmi ad imbastire una vignetta degna d'essere condivisa. E, di conseguenza, mi sono interrogata su cosa significhi tenere un blog. Un blog, per come la vedo io, è una sorta di "diario squadernato sotto gli occhi dei passanti"... tutt'al più, un "diario squadernato sotto gli occhi dei passanti, con una penna vicino"... Chiunque, se gliene viene il ghiribizzo, può darci una sbirciatina; chiunque, se gliene salta il ticchio, può lasciarci un disegnino, una frase, una traccia...
Ragion per cui, non dovrebbe riguardare che me, la faccenda se scriverci o no, e non dovrebbe riguardare che voi, la faccenda di leggerci dentro o di scriverci a vostra volta.

E allora, a cosa devo questa specie di senso di colpa, di sgradevole sensazione di responsabilità declinata, di consapevolezza di un impegno non assolto, che mi prende se, per un giorno o due, non tocco la tastiera; e come far fronte alla preoccupazione, l'allarme, l'angoscia, che mi assalgono nel consultare le statistiche del contatore, che denunciano impietosamente un declino vertiginoso delle visite, delle pagine sfogliate, delle new entry ta i lettori???

Chi apre un blog si infila inconsapevolmente in un sentiero impervio, subdolo, dalle mille insidie... si candida all'inquietudine perenne, all'insoddisfazione permanente... al gravame di una responsabilità che nessuno gli ha attribuito e che lui stesso non sapeva e non intendeva assumersi... Ma il blog è nato, ormai è lì, e non si può far finta che non esista... e come con un genitore vecchierello e un po' intronato, o un pupo ancora infante e non autosufficiente, non puoi disinteressartene... quello si aspetta che gli porti un dolcetto, che gli fai una carezza, che gli presti attenzione... altrimenti si immalinconisce, si stranisce, comincia a star male, deperisce... non è improbabile che maturi acredine o sensi di rivolta... e tu non puoi ignorare tutto questo... insomma: una volta messo al mondo un blog, la tua vita diventa un inferno. E il rimorso per aver commesso peccati di omissione - in cui prima o poi chiunque, inevitabilmente, finisce per incorrere - ti tormenterà per sempre.

(autore: sissi)

2 commenti:

Roby ha detto...

Mioddìo, Sissi, che angoscia...Ma sei TU la padrona del blog o è il BLOG che è padrone di Sissi???? In fondo, ho anch'io la "chiave" per entrare e postare contributi qui dentro: allora devo sentirmi in difetto anch'io? Ti prego, no: spezziamo questa spirale perversa! Di motivazioni per i sensi di colpa, ahimè, credo che ne abbiamo già abbastanza per altri versi!

Sbaciotti

Roby

PS: hai per caso cambiato la tastiera?

sissi ha detto...

eheheh, Roby... diciamo che ho un po' calcato la mano... in realtà, la situazione non è proprio così tragica come l'ho dipinta...

quanto alla tastiera, conosci la mia situazione di "reclusa volontaria", quindi... non l'ho ancora cambiata: cerco solo di rileggere con esasperante attenzione quel che scrivo... e, di solito, alla 4° revisione, il 99 % dei refusi scompare...