domenica 27 gennaio 2008

C'ERANO ANCHE LORO

L'Olocausto degli ebrei europei fu l'aspetto più tragicamente macroscopico del pensiero razzista portato alle sue estreme conseguenze. E' evidente che il numero delle vittime tra di loro (calcolato in oltre 6 milioni) e la scientificità con la quale i tedeschi perseguirono lo sterminio totale è quello che impressiona di più, tanto che ha meritato l'adozione di una denominazione specifica come, appunto, "Olocausto", oggi sostituita spesso, e con maggiore esattezza, con "Shoah".

Ma non va dimenticato che l'intolleranza per "il diverso da sé", che è l'elemento fondante di ogni razzismo, seppure venne applicata in primo luogo verso gli ebrei, non fu riservata soltanto a loro. Perché, parallelamente all'Olocausto, furono compiute centinaia di migliaia di altri assassinî, frutto di quello stesso razzismo che generò la "Soluzione Finale".

Altri gruppi di individui, altre etnie vennero individuate dal Terzo Reich come inferiori, e contro di esse furono perpetrati crimini altrettanto abominevoli di quelli subiti dagli ebrei.

I nazisti considerarono inferiori, nel loro complesso, tutti i popoli slavi: questo si tradusse nel tentativo di annientamento dei polacchi (sia ebrei che cristiani) e nell'assassinio - in disprezzo di ogni regola di guerra - di oltre 2.000.000 di prigionieri di guerra russi.

La stessa intolleranza razzista fu esercitata verso i deboli: i malati di mente, gli incurabili, i disabili. Per loro venne ideato il "Progetto T4", meglio noto come "Progetto Eutanasia", che condusse alla morte (spesso in seguito alla sperimentazione di cure mediche scellerate, non di rado assimilabili a vere e proprie torture) circa 70.000 cittadini tedeschi.

L'idea secondo la quale esistevano "vite indegne di essere vissute" portò alla persecuzione, ovunque i nazisti arrivarono e tali popolazioni fossero presenti, anche dei Sinti e dei Rom, cioè degli zingari, che a migliaia - soprattutto donne - furono sottoposti a torture particolarmente odiose, oltre che a sterilizzazione forzata, e che vennero uccisi (fucilati o mandati alle camere a gas dei campi di sterminio) in un numero non inferiore al mezzo milione. Come a centinaia di migliaia furono internati e soppressi i dissidenti politici, gli atei dichiarati (come i massoni), gli appartenenti a religioni minoritarie (come i Testimoni di Geova, che erano anche obiettori di coscienza).

Non sarà mai possibile stabilire con certezza la cifra esatta di questi omicidî, poiché in tutti i lager furono numerosissimi i casi in cui i documenti relativi alle cause di internamento non vennero compilati, e tantissimi furono quelli, pur esistenti, che scomparvero dopo la guerra.

E il razzismo nazionalsocialista si accanì, infine, contro gli omosessuali, verso i quali il secolare pregiudizio era ben radicato nella società tedesca. Migliaia di gay vennero sottoposti alla sterilizzazione forzata in seguito alle apposite leggi promulgate nella Germania nazista. E, per molti di loro, non fu neanche necessario che l'accusa di omosessualità fosse fondata: chi ne veniva colpito venne comunque arrestato, imprigionato o castrato.
La stima, in particolare, del numero di persone omosessuali uccise nei campi di concentramento durante l'Olocausto varia in maniera impressionante, e si colloca tra le 10.000 e le 600.000 unità; la ragione di questa indeterminatezza sta nella difficoltà di accertare il criterio adottato nel conteggio delle vittime, che in molti casi non furono condannate esclusivamente perché omosessuali, bensì spesso in quanto appartenenti anche ad altri gruppi di perseguitati (ebrei, rom, oppositori politici).

fonti e segnalazioni per approfondimenti:
(autore: sissi)

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