giovedì 24 gennaio 2008

...però un'idea se la sono fatta lo stesso!


I politologi di casa nostra, si sa, sono maestri nel costruire raffinate e minuziose esercitazioni esegetiche (che, tra l'altro, consentono loro di arrivare egregiamente alla fine del mese); e probabilmente una gran parte di queste interpretazioni, risultando sconcertanti o troppo astruse per i lettori della stampa estera, sono destinate a non essere apprezzate e tantomeno condivise dai giornalisti stranieri; cosicché questi, giustamente, evitano di imitare i colleghi italiani e cercano, almeno loro, di badare al sodo, nonostante - va detto! - che la complessità e la nebulosità oggettive delle vicende politiche di questo Paese non rendano agevole il compito.

Un esempio di questo approccio, concreto e lineare, mi sembra rappresentato da un recente articolo del Finacial Times, la cui sintesi, tratta dal sito Aprileonline.info, riporto qui di seguito.

Il Financial Times boccia le elezioni anticipate - La crisi vista dall'estero

Per l'autorevole quotidiano economico britannico il paese ha urgente bisogno di riforme che forzino i partiti ad unirsi. Riconosce i meriti di Prodi e affonda sull'opposizione che non rappresenta "la chance positiva per il paese".
"L'ultima cosa di cui ha bisogno l'Italia sono elezioni senza una nuova legge elettorale", scrive [...] il Financial Times in un editoriale. A parte "la prospettiva di essere privi di un governo pienamente funzionante in un periodo di agitazione economica internazionale - si legge nell'editoriale - il paese è alle prese con un ingombrante sistema elettorale senza arte né parte che probabilmente produrrà un altro caleidoscopio di partiti politici litigiosi". Perciò il paese "ha urgente bisogno di riforme che forzino" i partiti a costituirsi "in gruppi più vasti che possano produrre un governo e un'opposizione più coerenti". Il Financial Times riconosce tra i meriti di Prodi la riduzione dell'evasione fiscale e del debito pubblico, portato a circa il 2% dal 4,4% rispetto al Pil "lasciato dal precedente governo di centrodestra".
Il quotidiano britannico non vede poi nell'attuale opposizione una chance positiva per il paese. Nonostante Berlusconi "abbia portato un benvenuto grado di stabilità alla politica italiana portando a termine il proprio mandato di legislatura - scrive FT - questo è stato tutto ciò che ha ottenuto". Il suo governo "ha fallito nel compiere una qualsiasi significativa riforma economica e ha lasciato malamente deteriorare la finanza pubblica". L'agenda del leader di Forza Italia ed ex premier, affonda il FT, "era dominata dagli interessi personali, ha chiassosamente sfruttato il suo controllo su un impero mediatico e il suo comportamento irresponsabile gli ha alienato la maggioranza dei suoi partner dell'Unione europea". E sempre rivolto contro Berlusconi, il Financial times scrive che "forse la sua più grande offesa contro l'interesse nazionale fu rabberciare la legge elettorale italiana giusto poco prima di lasciare l'incarico, consentendo una maggiore frammentazione dei partiti politici, anziché ridurla". Se Prodi non dovesse ottenere la fiducia, quindi - conclude l'articolo - il Presidente della Repubblica "dovrebbe nominare un governo provvisorio per cambiare la legge elettorale attuale, che non è utile a nessuno".

(autore: sissi)

6 commenti:

mazapegul ha detto...

I corrispondenti esteri in genere leggono quello che gira nel paese e ne traggono una sintesi leggibile dai loro lettori: l'idea di riformare la legge elettorale non è del FT.
Rispetto al nostro dibattito claustrofobico, la domanda nuova che viene dalla stampa estera è: ma ha un senso aprire una crisi in Italia proprio mentre si scivola in una recessione mondiale e c'è un rischio depressione negli USA?
Mi pongo questa domanda da quando Mastella ha deciso di scaricare il governo per difendere la moglie. (Indovinate la risposta).

sissi ha detto...

Maz, onestamente non capisco il senso della tua precisazione: certo, che l'idea della necessità di riformare la legge elettorale non è di FT; a me pare chiaro che in quell'articolo il giornale britannico esprima semplicemente una sua valutazione a favore di tale prospettiva; o no?

sissi ha detto...

Maz, mi sembra che nell'articolo di FT si dia il giusto rilievo anche alla questione relativa alla difficile situazione delle economie internazionali, indubbiamente importante, come tu sottolinei; nell'analisi di quell'editoriale, però, non trascurerei neanche un'altro aspetto, e cioè il fatto che il giornale economico più importante e autorevole d'Europa si preoccupi di esplicitare con tanta schiettezza e dovizia di argomentazioni il suo giudizio negativo sul quinquennio berlusconiano.
E mi pare un importante segnale: a tutto vantaggio di Prodi e, comunque, di una soluzione della crisi che non favorisca un reingresso del centro-destra a Palazzo Chigi.

mazapegul ha detto...

E' vero, ma non è una una novità: il FT è sempre stato critico verso il nostro caro avversario. La precisazione era ad uso mio personale: cercare di distinguere, nei commenti della stampa straniera, quello che è pura sintesi dalla stampa italiana e quello che c'è di inedito rispetto al dibattito interno. Se no si corre il rischio di prendere come "più vere" le notizie o le opinioni dei nostri giornali quando ci arrivano di rimbalzo dalle capitali estere.

Sono sicuro che tu non prendi mai di questi abbagli, ma io sì, così cerco di tenermi in esercizio.

I giudizi negativi del FT li leggo con attenzione, li condivido pure, ma non credo che abbiano un gran peso nè riguardo alla tenuta del governo, nè al risultato di eventuali elezioni. I voti ce li si conquista in Italia, uno per uno.

sissi ha detto...

Carissimo Mazapegul, mi compiaccio davvero nel constatare tanta fiduciosità, ma ti consiglierei di non esagerare: sia rispetto alla mia infallibilità (eheheh... t'ho capito, che ti credi? ma io tengo sempre la schiena ben appoggiata alla parete, quando parlo con te!!!), sia, soprattutto, circa il fatto che le crisi italiane si risolvano nelle cabine e nelle urne, e che le lobby, gli stati esteri, i centri di potere, le multinazionali (ed i giornali che ne sono espressione) non vi svolgano alcun ruolo.

mazapegul ha detto...

Cara Sissi, le crisi italiane si aprono nell'etere e nei corridoi e anche la loro soluzione non e' mai del tutto trasparente (dove lo e'?). Quello che compete a me, comunque, e' andare -se ci saranno elezioni a primavera- a cercare un po' di voti per il PD nella zona in cui abito. Certo, anche una citazione del FT ci fa la sua porca figura, ma non sarei per esagerarne il peso ("fainenscel taims?!").
Comunque, tienici aggiornati: io leggo con interesse.
Maz